Il codice di vita del cowboy

di Redazione ETI/Oliver Mantyk
18 Ottobre 2025 8:55 Aggiornato: 18 Ottobre 2025 9:57

Molti, pensando al selvaggio West, immaginano un luogo dove i pistoleri regnavano da irresponsabili impuniti, i cowboy erano costantemente in conflitto con i ranch rivali e la banca era il posto più pericoloso della città.

In gran parte tutto questo rientrava in un mito, creato dai registi di Hollywood per vendere l’idea di un deserto senza legge basato sulla violenza. In realtà, la vita civile delle regioni occidentali americane era governata da un codice rigoroso: il codice del West. È stato quel codice a garantire l’ordine e la dignità nelle pianure sottosviluppate, e a forgiare il cowboy in un’icona culturale dei valori americani, proprio come i cavalli, i bovini dalle lunghe corna e le fattorie polverose.

James P. Owen è l’autore dei best seller Cowboy Ethics: What Wall Street Can Learn from the Code of the West (L’etica dei cowboy: cosa Wall Street può imparare dal codice del West), Cowboy Ethics: What It Takes to Win at Life (L’etica dei cowboy: cosa serve per vincere nella vita) e Cowboy Values: Recapturing What America Once Stood For (I valori dei cowboy: ritrovare ciò che un tempo rappresentava l’America). Owen, che ha un’esperienza di trentacinque anni a Wall Street, ritiene che l’America moderna abbia scambiato i propri principi morali con un materialismo cieco e che, tornando ai valori americani condivisi, potremo ritrovare il successo personale e nazionale. L’autore afferma che nella nostra cultura materialistica diamo per scontato che il successo significhi ricchezza e denaro in abbondanza, e ritiene invece che chi vive secondo un codice sia in grado di dare nuovi significati al successo: successo nel migliorare il proprio carattere, nel sostenere i valori e nel trovare un senso al di là dei beni materiali.

Foto Pixabay. Pubblico dominio

Negli anni successivi alle sue pubblicazioni, l’idea di Owen dell’etica dei cowboy e dei “dieci principi di vita” è stata messa in pratica con successo a Wall Street, nelle aule scolastiche e nella vita personale.

Vivere ogni giorno con coraggio

Per i cowboy del vecchio West, il coraggio era necessario quanto indossare gli stivali. Non c’erano cowboy senza stivali, e non c’erano cowboy senza coraggio. La vita era pericolosa per natura, poiché gli elementi inesorabili, le fughe precipitose e le razzie dei nativi e dei banditi mietevano molte vittime. Lo spirito dei cowboy era, per necessità, allegro di fronte a ogni pericolo. Per un cowboy, essere codardo era un pericolo per sé stesso e per chi faceva affidamento su di lui: lasciarsi sopraffare dalla paura voleva dire non poter fare quanto era necessario nei momenti decisivi. Il coraggio non significava assenza di paura, ma capacità di mettere da parte la paura quando c’era del lavoro da fare. Nel 1882, il Texas Livestock Journal  scriveva: «Un uomo privo di coraggio sarebbe fuori posto in un allevamento di bestiame quanto un pesce sulla terraferma».

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Sii orgoglioso del tuo lavoro

Un cowboy era orgoglioso del proprio lavoro e delle proprie abilità: l’eccezionale capacità di cavalcare, il coraggio e la grinta gli davano la sicurezza necessaria per stare in sella come un cavaliere sul campo di battaglia. Un cowboy cercava di evitare qualsiasi lavoro che non fosse in sella, ma se proprio doveva scavare buche per piantare pali, faceva del suo meglio. E quando anni dopo passava davanti a quella recinzione, provava orgoglio per averla costruita e per aver lasciato una testimonianza su quella terra.

Porta sempre a termine quello che inizi

I cowboy disprezzavano chi mollava e anche chi si lamentava e piagnucolava perché, secondo loro, puzzavano di rinunciatari. Quando il gioco si fa duro, è allora che bisogna essere più affidabili. Durante le transumanze del vecchio West, i cowboy spesso affrontavano difficoltà e pericoli nel viaggio di mesi dalle pianure del Texas alle ferrovie del Nord. E ogni uomo contava sul fatto che nessuno avrebbe abbandonato quell’immane impresa a metà strada.

Fai quello che deve essere fatto

Il cowboy, l’eroe del West, era un uomo di legge: rimediare alle ingiustizie e punire i malfattori: questo era il codice del West custodito nel suo cuore. L’onore di un cowboy si basava sulla volontà di fare la cosa giusta. Ancora più onorevole era la capacità di attenersi a quello che era giusto di fronte a difficoltà insormontabili. Scrive il Journal: «Un cowboy trae la propria forza dal sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato e dall’essere fedele alle proprie convinzioni. Questa è l’essenza del Codice del West e del vero modo di essere cowboy».

Foto Pixabay. Pubblico dominio

Sii duro, ma giusto

Il cowboy era in grado di sopportare condizioni difficili, rischiare la vita ogni giorno e ricominciare il giorno dopo, perché essere un cowboy significava avere grinta e “chiodi negli stivali”. I cowboy erano orgogliosi della loro durezza e quell’orgoglio li rendeva notoriamente intolleranti agli insulti. Ma essere duri non era l’unica cosa che spingeva i cowboy a continuare a cavalcare, essere giusti e rispettare la Regola d’oro era considerato altrettanto importante. Il codice dei cowboy creava un ordine sociale simbiotico che era essenziale per la vita nelle pianure.

A esempio, un cowboy era autorizzato a entrare in qualsiasi fattoria in qualsiasi momento quando aveva bisogno di cibo e riparo, e non era tenuto a pagare un centesimo. E se il bestiame di un vicino vagava nel terreno di un altro allevatore, quest’ultimo era libero di vendere l’animale, ma era obbligato a pagare al vicino il denaro che ne ricavava. La regola d’oro era sempre rispettata. Se un uomo veniva ucciso in un combattimento leale, era considerato un incidente, ma uccidere un uomo disarmato o in fuga era un omicidio. Gli assassini venivano puniti dalle leggi della frontiera.

Mantieni la parola data

L’impegno di un cowboy era più vincolante di qualsiasi contratto legale: la fedeltà di un cowboy al codice valeva più della sua stessa vita. In un mondo in cui una stretta di mano era legge, rompere una promessa significava perdere la fiducia di ogni uomo onesto delle pianure.

Cavalca per il marchio

I cowboy erano eccezionalmente fedeli alle loro mandrie, che venivano prima del proprio comfort, dei propri bisogni e persino della propria vita. E non era semplicemente perché il padrone li pagasse, ma perché lui rispettava il codice del West e si aspettava che anche loro lo facessero. Il capo aveva costruito il ranch dal nulla con le sue sole mani, il suo tempo e il suo coraggio, quindi lavorando per il suo marchio un cowboy diventava parte di quell’eredità di onesto e duro lavoro.

Parlare meno e dire di più

Una delle caratteristiche distintive dei cowboy era il loro modo di parlare conciso e diretto. Non sopportavano un chiacchierone che sprecava parole solo perché ne aveva in abbondanza. Durante il lavoro di transumanza dovevano comunicare in modo efficace e veloce: le condizioni del bestiame potevano cambiare in un attimo e una comunicazione efficace rendeva il lavoro più facile e garantiva la sicurezza di tutti.
I cowboy non erano incapaci di esprimersi e tanto meno erano degli sprovveduti. Il folklorista e autore di storia del western Ramon Adams diceva che «prendevano il linguaggio con mano ferma e ne spremevano tutto il succo».

Foto di Daniel Burkett da Pixabay

Non tutto è in vendita

La dignità e lo stile di vita di un cowboy non avevano prezzo: non li avrebbe venduti né comprati da altri. Il film del 1970 Monte Walsh esprime al meglio questo aspetto. All’inizio del XX secolo, Monte, cowboy del Wyoming si rende conto che il suo tempo come piccolo allevatore volge al termine, le grandi aziende stanno eliminando la concorrenza nel settore dell’allevamento. Monte finisce per essere reclutato per interpretare un cowboy in un circo, ma si rende conto che non può vendere il proprio stile di vita per nessuna somma di denaro. Rifiuta il lavoro ben pagato e torna a lottare come allevatore.

Sapere dove tracciare il confine

Il codice del West, i principi secondo cui vivevano i cowboy, dovevano essere seguiti rigorosamente. I cowboy ritenevano che la perdita dell’integrità di un uomo quasi mai fosse dovuta a un unico grande crollo, ma a numerose crepe che si verificano nel tempo: ogni piccolo superamento del limite del proprio codice, ogni minima scorciatoia o errore razionalizzato, era un passo verso il crollo dell’integrità di un uomo e della comunità che faceva affidamento su di lui. Il cowboy doveva essere moralmente rigoroso e perseverante nei principi, affinché la fragile struttura sociale del selvaggio West potesse continuare e la vita potesse prosperare.

Contrariamente alla rappresentazione popolare dei cowboy come furfanti, essi erano più simili ai cavalieri medievali, che seguivano un rigido codice cavalleresco. In effetti, il codice del West e il codice cavalleresco sotto molti aspetti sono simili, poiché entrambi attribuiscono grande valore al coraggio, all’onore e alla giustizia.

In base ai criteri moderni, i cowboy del selvaggio West non erano certo dei santi: imprecavano, fumavano e bevevano abbondantemente, e avevano scarsa conoscenza delle buone maniere a tavola. Ma la loro eredità morale plasma l’America ancora oggi, e non bisognerebbe dimenticare i principi che hanno fatto di loro delle icone del patrimonio americano, così come il loro stile di vita: grinta, onestà e correttezza.