Bond israeliani spostati dall’Irlanda al Lussemburgo

di redazione eti/Reuters
1 Settembre 2025 16:47 Aggiornato: 1 Settembre 2025 16:47

Israele ha spostato dal’Irlanda al Lussemburgo la richiesta di approvazione dell’Unione Europea per il programma dei propri “bond della diaspora” (cioè obbligazioni vendute prevalentemente alle comunità ebraiche sparse nel mondo) con l’obiettivo di finanziare il deficit di bilancio del Paese. Il motivo sarebbe dovuto alle crescenti proteste a Dublino contro il ruolo della banca centrale irlandese nell’autorizzare queste obbligazioni per conto dell’Ue.

Nell’ultimo anno infatti, i parlamentari irlandesi e vari attivisti filopalestinesi hanno chiesto alla banca centrale di bloccare la vendita dei bond, dal momento che le operazoni militari israeliane a Gaza hanno causato oltre 63 mila morti. I bond sono venduti principalmente alle comunità ebraiche nel mondo per finanziare il deficit di bilancio di Israele, cresciuto a causa del conflitto.
Ad agosto, una commissione parlamentare irlandese ha suggerito di modificare le norme Ue per permettere alle banche centrali di rifiutare l’autorizzazione di tali programmi. E l’Irlanda – tra i Paesi Ue più favorevoli alla causa palestinese – ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina l’anno scorso, con la banca centrale irlandese che ha sempre sostenuto di essere obbligata ad approvare i programmi che soddisfano i requisiti legali.

Il governatore Gabriel Makhlouf ha dichiarato che l’approvazione del programma di Israele sarà trasferita al Lussemburgo alla scadenza del documento dell’anno scorso. Il nuovo programma, pubblicato sul sito di Israel Bonds, è stato quindi approvato dal Lussemburgo per il 2026.


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