Nuovi dazi Usa all’India, Trump: continua a importare petrolio russo

di Redazione Eti/Andrew Moran
27 Agosto 2025 10:19 Aggiornato: 27 Agosto 2025 20:38

Sono entrati in vigore alla mezzanotte del 27 agosto i dazi aggiuntivi del 25% imposti dal presidente statunitense Donald Trump sulle importazioni dall’India, che portano al 50% l’aliquota complessiva applicata a diversi beni destinati al mercato americano. L’incremento segue l’annuncio di aprile, quando la Casa Bianca aveva introdotto un dazio del 26% sui prodotti indiani, con l’obiettivo dichiarato di spingere il governo di Nuova Delhi ad allentare le proprie barriere commerciali. Con un ordine esecutivo del 6 agosto, Trump ha disposto un ulteriore dazio del 25% sull’India, motivandolo con il fatto che il suo governo «sta importando direttamente o indirettamente petrolio dalla Federazione Russa». Dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’India è diventata uno dei principali partner commerciali della Russia: con un volume bilaterale annuo che sfiora i 69 miliardi di dollari, e importazioni di greggio superiori ai 52 miliardi di dollari lo scorso anno, l’India rappresenta circa un terzo delle esportazioni petrolifere russe. Nel dicembre 2024, il G7 ha introdotto un tetto di 60 dollari al barile sul greggio russo Urals per ridurre i ricavi petroliferi del Paese. Ma poiché i prezzi mondiali del petrolio sono calati – a 64 dollari il barile, sul mercato Wti – la differenza è ormai minima.

«L’India ha sostituito il greggio ad alto costo di spedizione proveniente dagli Stati Uniti, dal Sudamerica e dall’Africa con quello russo più economico – dice l’analista Anas Alhajji in una nota per Energy Outlook Advisors. Circa 932 mila barili al giorno di petrolio più costoso o reindirizzato verso raffinerie in Kuwait e Oman sono stati rimpiazzati dalle importazioni russe. Le sanzioni sul greggio russo hanno modellato le direzioni commerciali e i pattern di acquisto dell’India». Gli Stati Uniti sostengono che gli acquisti dell’India finanzino lo sforzo bellico russo in Ucraina, e Trump stesso ha di fatto accusato l’India di fare arbitraggio comprando il greggio russo per rivenderlo «sul mercato aperto con enormi profitti».

«A loro non importa quante persone in Ucraina vengano uccise dalla macchina da guerra russa», ha poi commentato Trump su X. Il governo indiano ha respinto le critiche, affermando che tali acquisti mirano a garantire energia accessibile alla sua popolazione, che ammonta a un miliardo e mezzo di persone. Quindi «prendersela con l’India è ingiustificato e irragionevole», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri indiano. Peter Navarro, principale consigliere commerciale della Casa Bianca, ha riecheggiato le parole del presidente, dichiarando ai giornalisti la scorsa settimana che l’India sta «approfittando» della guerra in Ucraina, criticando così le politiche commerciali indiane: «Noi abbiamo un enorme deficit commerciale con loro, che danneggia i lavoratori e le imprese americane» ha spiegato Navarro, «usano i soldi che ricevono da noi vendendoci merci, per comprare petrolio russo, che poi viene raffinato generando ulteriori profitti. Ma i russi usano quei soldi per costruire altre armi e uccidere gli ucraini, e i contribuenti americani devono quindi fornire più aiuti militari all’Ucraina».

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