La contorta tattica di Netanyahu che negozia con Hamas mentre ne preannuncia l’annientamento

di Giovanni Donato/Epoch Israele
22 Agosto 2025 17:43 Aggiornato: 23 Agosto 2025 8:27

Il ministro della Difesa israeliano Yisrael Katz ha annunciato questa mattina che il governo ha approvato i piani per conquistare Gaza City: «Ieri abbiamo approvato i piani delle forze armate per sconfiggere Hamas a Gaza» ha dichiarato il ministro aggiungendo in modo teatrale: «Presto le porte dell’inferno si apriranno sulle teste degli assassini e degli stupratori di Hamas a Gaza, finché non accetteranno le condizioni poste da Israele per finire la guerra, in primo luogo il rilascio di tutti gli ostaggi e il loro disarmo. Se non accetteranno, Gaza, la capitale di Hamas, diventerà Rafah e Beit Hanoun».

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mantiene una certa ambiguità delle intenzioni di Israele in rapporto a Hamas. Da un lato, un alto funzionario politico sentito da Epoch Israele ha dichiarato ieri che «dopo aver stabilito il luogo per i negoziati, il primo ministro ordinerà l’invio di una delegazione israeliana per negoziare sulla liberazione di tutti gli ostaggi, sia vivi che morti, e per porre fine alla guerra alle condizioni di Israele». Dall’altro lato, però, i preparativi militari per l’occupazione di Gaza City continuano come se nulla fosse.
Attualmente, nessuna delegazione israeliana è in partenza per andare a negoziare, a Doha o al Cairo. Fonti politiche di Gerusalemme affermano che dietro le quinte, l’amministrazione Trump stia tenendo frenetici colloqui con i mediatori per determinare il luogo in cui si svolgeranno i negoziati.

Hamas non ha ancora risposto all’annuncio di Netanyahu rispetto alla sua intenzione di inviare una delegazione per negoziare il rilascio di tutti gli ostaggi e la fine della guerra. Hamas ha annunciato ufficialmente la sua disponibilità ad accettare l’offerta dei mediatori per un accordo parziale, che includerebbe il rilascio di soli dieci ostaggi vivi e un cessate il fuoco di 60 giorni. Ma, secondo le fonti di Epoch Israele, Netanyahu avrebbe scelto di perseguire la strada dell’accordo globale con Hamas e di negoziare tenendo altissima la pressione. Per la prima volta, Netanyahu ha dato una risposta positiva ai mediatori e a Hamas, affermando che Israele è pronto a riprendere i negoziati, ma allo stesso tempo – come accennato – sta spingendo i piani delle Forze di Difesa israeliane di occupare Gaza City. Questo per riprendere i negoziati sul rilascio degli ostaggi nel tentativo di raggiungere un accordo globale, ma tenendo allo stesso tempo sospesa la spada di Damocle di un’occupazione di Gaza City. Hamas ha accettato la proposta dei mediatori di un accordo parziale per fermare l’occupazione, ma ora Israele chiede all’organizzazione terroristica di liberare tutti (e subito) gli ostaggi.

Ora, il dilemma è quindi se Hamas accetterà i negoziati sapendo che Netanyahu è disposto a negoziare solo un accordo globale, e non l’accordo parziale a cui Hamas ha aderito. Mentre, dal punto di vista di Netanyahu, l’occupazione di Gaza City non entra in contraddizione con i negoziati di pace. Una situazione obiettivamente molto complessa, insomma, quella gestita (e in parte creata) dal primo ministro israeliano. In un’intervista rilasciata ieri sera a Sky News Australia, Netanyahu ha infatti dichiarato che Israele è «sul punto di porre fine alla guerra» e si è impegnato a perseguire il pieno controllo di Gaza City puntualizzando: «Lo faremo comunque [..] Hamas deve scomparire da Gaza».

L’amministrazione Trump non ha ancora risposto all’annuncio di Netanyahu sulla sua disponibilità a inviare una delegazione per proseguire i negoziati con Hamas, ma è probabile che l’annuncio sia stato coordinato con Trump. Netanyahu è molto attento a agire in stretto e totale coordinamento col presidente degli Stati Uniti, rispetto all’andamento dei negoziati e alla guerra nella Striscia di Gaza. E sebbene Netanyahu non abbia dichiarato di voler chiudere la porta a Hamas rispetto a un accordo parziale, sta comunque ribadendo che i negoziati per lui riguardano un accordo globale, confermando l’ambiguità che caratterizza la sua tattica. A Gerusalemme ora si ritiene che l’annuncio di Netanyahu ora abbia messo la palla nel campo di Hamas. Intanto, i militari israeliani si preparano a occupare l’intera Striscia di Gaza (e a annientare Hamas).

 


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