Israele e Hamas tornano a discutere la proposta iniziale degli Stati Uniti

di Redazione ETI/Epoch Israele
21 Agosto 2025 16:14 Aggiornato: 21 Agosto 2025 19:27

Il quotidiano londinese Asharq Al-Awsat ha riferito questa mattina che la nuova proposta di accordo sugli ostaggi e di cessate il fuoco di 60 giorni non è molto diversa da quella presentata dall’inviato americano Steve Witkoff qualche mese fa, ed è stata ripetutamente modificata dai mediatori nella speranza che venga accettata da entrambe le parti. Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majid al-Ansari, ha dichiarato ieri che la proposta di tregua presentata ad Hamas costituisce «la migliore» soluzione per fermare lo spargimento di sangue a Gaza e che la risposta del movimento è stata «molto positiva» e pressoché identica a quanto Israele aveva già concordato in passato. Queste le differenze tra la proposta originale e quella attuale secondo Asharq Al-Awsat: la nuova proposta, che include diversi emendamenti precedenti di Hamas e Israele, stabilisce che il cessate il fuoco duri 60 giorni, sotto la garanzia dei mediatori, compresi gli Stati Uniti, e che i colloqui per la seconda fase siano avviati immediatamente. Il cessate il fuoco durerà finché i colloqui saranno in corso. La proposta originaria non prevedeva garanzie e non subordinava la continuazione del cessate il fuoco allo svolgimento dei colloqui, ma ne chiedeva solo la continuazione.

Quanto agli ostaggi, la nuova proposta prevede il rilascio di dieci israeliani vivi in due fasi, il primo giorno e il 50esimo giorno, in cambio di un numero concordato di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane: circa 140 ergastolani e persone con condanne elevate, circa 60 prigionieri che sono in carcere da oltre 15 anni, nonché donne, minori e prigionieri arrestati a Gaza dopo il 7 ottobre 2023. La proposta originale prevedeva il rilascio di tutti il ​​primo giorno, in un formato simile a quello dell’accordo precedente.
Inoltre, i corpi di 18 persone rapite saranno trasferiti in due fasi, dal settimo al trentesimo giorno, in cambio di un numero specifico di corpi palestinesi, quasi identico alla proposta originale: circa dieci corpi palestinesi per ogni corpo israeliano.

Entrambe le proposte, quella originale e quella nuova, prevedono l’introduzione di aiuti umanitari immediati fin dal primo giorno e in grandi quantità. Le proposte affermano che l’esercito israeliano torni alla situazione esistente prima della violazione del cessate il fuoco nel marzo scorso, ritirandosi a distanze predeterminate, fino a circa un chilometro in alcune zone e più o meno in altre.
Israele manterrà la propria presenza in conformità con la mappa aggiornata dell’ultima proposta dei mediatori, alla quale Hamas ha apportato modifiche circa quattro settimane fa, tra cui la permanenza in diverse aree di Rafah vicino all’asse Morag. Saranno inoltre discussi altri temi: la gestione della Striscia di Gaza, il giorno dopo la fine della guerra, il disarmo di Hamas e delle fazioni palestinesi, nonché altre questioni cruciali, nell’ambito delle condizioni per concludere accordo complessivo.