Il Gabinetto ristretto di Sicurezza israeliano si riunirà oggi per discutere il piano per l’occupazione di Gaza City. Il capo di stato maggiore delle forze armate israeliane, generale Eyal Zamir, presenterà il piano formulato e approvato da tutti i livelli necessari delle forze armate e dal ministro della Difesa Yisrael Katz. Fonti politiche di primo piano hanno confidato a Epoch Israele che si prevede che il Gabinetto approvi il piano.
Un alto funzionario dell’ufficio del primo ministro ha dichiarato ieri sera che, in preparazione all’approvazione dei piani, Benjamin Netanyahu ha ordinato di ridurre i tempi per la presa delle roccaforti di Hamas nella Striscia di Gaza, per assicurare la completa sconfitta di Hamas.
Diverse fonti militari ritengono che la maggior parte dei terroristi di Hamas a Gaza City fuggirà dalla città verso la zona di Al-Mawasi e verso le aree centrali, e che solo una piccola parte rimarrà per combattere contro i soldati israeliani, che avranno l’ordine di annientare il quartier generale di Hamas nella Striscia. Alti funzionari della sicurezza affermano, però, che in questa fase l’apparato di sicurezza israeliano ha difficoltà a prevedere se l’occupazione di Gaza City e dei “campi centrali” sarà tale da costringere effettivamente Hamas ad accettare le condizioni di Israele. Attualmente, Israele ha aderito alle condizioni approvate dal Gabinetto di sicurezza per la fine della guerra: la restituzione di tutti gli ostaggi (vivi e non), il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia, il controllo israeliano della sicurezza della Striscia e l’istituzione di un governo civile, che non sia né espressione di Hamas né dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Secondo fonti israeliane, il presidente degli Stati Uniti starebbe spingendo la classe politica israeliana a perseguire solo un accordo con Hamas, ovvero la restituzione di tutti gli ostaggi. Secondo Trump, Netanyahu ora starebbe giocando a carte coperte, motivo per cui Israele si è finora astenuto dal rispondere ufficialmente alla proposta dei mediatori per un accordo parziale, accettata invece da Hamas. E la classe politica israeliana si troverebbe ora di fronte a un dilemma: Netanyahu si starebbe allineando alla posizione di Trump, ma lasciando comunque aperta la possibilità di un accordo parziale; tuttavia, tra i vertici politici di Gerusalemme cresce la preoccupazione che, se Israele dovesse optare per un accordo parziale e un cessate il fuoco di 60 giorni, avrebbe poi difficoltà a ottenere il sostegno americano se cercasse di riprendere i combattimenti in seguito. Questo perché Donald Trump vuole che la guerra finisca immediatamente.
Secondo fonti politiche di Epoch, vi è disaccordo tra diversi funzionari militari israeliani sulla possibilità che Hamas accetti l’accordo globale proposto da Gerusalemme; alcuni ritengono infatti che Hamas intenda comunque tenere alcuni ostaggi israeliani come “polizza assicurativa” e per costringere Israele ad approvare la ricostruzione della Striscia di Gaza e la costruzione di un porto marittimo dopo la guerra.