Tajani: Gaza rischia di trasformarsi in un Vietnam per i soldati israeliani

di Agenzia Nova
10 Agosto 2025 12:11 Aggiornato: 10 Agosto 2025 12:11

L’eventuale invasione di Gaza da parte di Israele rischia di trasformarsi in un Vietnam per i soldati israeliani: se i vertici dell’esercito hanno perplessità un motivo c’è, non è questa la via. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista al Messaggero. «Hamas deve restare fuori da qualsiasi soluzione, l’Autorità palestinese è l’unico interlocutore possibile. Serve ora una missione Onu a guida araba per riunificare lo Stato palestinese. L’Italia è pronta a partecipare», ha detto il ministro, secondo il quale la diplomazia «aiuta a mettere pressione» al premier israeliano Benjamin Netanyahu. «Siamo a favore di aumentare le sanzioni europee contro i coloni israeliani violenti. Ricordo che dal 7 ottobre di due anni fa l’Italia non vende armi a Israele», ha aggiunto. Secondo il vicepremier, «ogni tentativo di annessione di una parte della Striscia o della Cisgiordania mina alla base la costruzione di uno Stato palestinese. E rafforza la causa terroristica di Hamas. Attaccare perfino villaggi di cristiani palestinesi, da sempre elemento di stabilità nell’area, è imperdonabile».

Quanto al riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Paesi come Francia e Regno Unito, Tajani lo ha definito «un gesto simbolico», aggiungendo che «noi parliamo con i fatti». «Oggi non esiste ancora lo Stato palestinese, va costruito. Di certo non lo vuole Hamas che non abbandona le armi né libera gli ostaggi. Siamo profondamente contrari all’esodo dei palestinesi dalla loro terra, vogliamo che nasca uno Stato libero e lavoriamo per questo». Sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, l’Italia è in campo «fin dall’inizio», ha sottolineato Tajani, ricordando che ieri l’Aeronautica militare ha effettuato il primo lancio di aiuti italiani sulla Striscia con mezzi della Difesa, dopo i lanci effettuati in collaborazione con gli Emirati. «Netanyahu deve consentire l’accesso agli aiuti Onu. L’Italia, con l’operazione Food for Gaza, ha fatto entrare i convogli del Programma alimentare mondiale. Dal porto di Ashdod sono entrati prodotti alimentari per la popolazione civile e foraggio gli animali. Si rischia una carestia sul larga scala», ha aggiunto il vicepremier, ricordando che questa settimana arriveranno in Italia altri cinquanta palestinesi di cui circa venti bambini, per essere affidati ai nostri migliori ospedali. «Siamo il primo Paese insieme all’Egitto e al Qatar per profughi accolti da Gaza. Non è una semplice operazione umanitaria: per fare uscire una sola persona serve il via libera dell’esercito, di Mossad e Shin Bet, dell’Anp, di Egitto e Giordania», ha aggiunto.


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