Il presidente siriano Ahmed al-Sharaa accusa Israele di creare divisioni e controversie all’interno della Siria. In un discorso pronunciato sullo sfondo dei recenti eventi nel Paese, tra cui scontri nella roccaforte drusa di Sweida e attacchi israeliani, tra cui contro edifici governativi a Damasco, al-Shara ha detto che «Israele è responsabile dell’escalation della situazione» e che la Siria «non cadrà nel caos».
«Siamo giunti a un bivio: o scegliamo lo scontro con Israele, o ripariamo il nostro fronte interno» ha anche detto il presidente siriano, aggiungendo di non aver paura della guerra ma di aver «preferito il bene del popolo al caos» e di aver fatto una scelta che preserva «l’unità della patria» chiarendo poi: «non permetteremo che la Siria venga trascinata in una nuova guerra». Al-Sharaa accusa inoltre Israele di voler «destabilizzare la Siria seminando divisione» affinché cada nel «caos continuo» per fermare la ricostruzione.
Riferendosi agli eventi di Sweida, ha affermato: “lo Stato siriano […] è intervenuto per fermare i combattimenti e gli scontri interni tra le bande di fuorilegge a Sweida, riuscendo a ristabilire la sicurezza», mentre Israele «cercava di minare gli sforzi per ristabilire l’ordine» al punto che «se non fosse stato per la mediazione americana, araba e turca, la regione avrebbe affrontato un destino incerto».
«Il nostro popolo druso è parte integrante del tessuto della patria e la sua protezione è in cima alla nostra lista di priorità. Riterremo responsabile chiunque abbia fatto del male ai civili a Sweida» ha poi detto il presidente siriano.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le forze armate siriane si sono ritirate da Sweida. Dallo scoppio dei combattimenti di domenica, secondo l’organizzazione, sono state uccise circa 360 persone, tra cui 107 drusi, 207 militari, 15 esponenti del regime uccisi in attacchi israeliani, 27 civili giustiziati dalle forze del regime e diverse altre vittime di cui non si conosce l’identità.