La Sanità cinese ha pubblicato, il 21 aprile scorso, i dati ufficiali di marzo su Covid, influenza e altri virus respiratori, suscitando scetticismo tra gli esperti. Molti cinesi infatti sospettano che il Partito comunista cinese stia nascondendo la verità sulla reale situazione delle malattie respiratorie.
La Sanità ha dichiarato che l’epidemia di Covid ha mostrato «un andamento crescente ma altalenante, rimanendo complessivamente a un livello basso». Sono stati esaminati diversi campioni dai pazienti che mostravano sintomi influenzali e casi gravi di infezioni respiratorie, ricoverati in ospedale. Gli esami hanno rivelato i principali patogeni nei pazienti: rinovirus, Covid-19 e metapneumovirus umano e virus respiratorio sinciziale.
Secondo Sean Lin, docente di Scienze Biomediche al Feitian College ed ex microbiologo dell’esercito americano «l’analisi è troppo vaga e semplicistica e non fornisce il numero specifico di casi o campioni testati», e mancano inoltre i dati sulle infezioni da influenza aviaria.
A inizio marzo, il regime cinese ha ammesso casi «sporadici» di influenza aviaria a un «livello relativamente basso», senza specificare ceppi o aree colpite. La Sanità cinese ha dichiarato, a marzo, 127 casi di infezione con variante H5N1, la più contagiosa e pericolosa, ma dei dati potrebbero essere stati omessi per limitare le informazioni sull’H5N1, che potrebbe già essere diffusa, causando gravi infezioni respiratorie.
Il 17 aprile, il regime ha dichiarato inoltre che «non sono stati registrati focolai di malattie simili all’influenza a livello nazionale», indicando il ceppo A(H1N1)pdm09 come principale patogeno respiratorio. Dal 1° ottobre 2024, 83 ceppi di questo virus hanno mostrato «sensibilità ridotta o fortemente ridotta» agli inibitori della neuraminidasi. «Questo fatto merita attenzione», ragiona l’esperto: «Qual è la percentuale di questa “altamente ridotta sensibilità” di cui parlano? Stiamo parlando, quindi, di un ceppo “altamente resistente” ai farmaci? Il Tamiflu, che viene spesso usato contro l’influenza, potrebbe essere inefficace contro questi ceppi. È un’informazione importantissima» che l’analisi diffusa dal regime non fornisce.
I DATI UFFICIALI NON CONVINCONO
Il regime cinese ormai è famoso per i dati palesemente falsi che dichiara, come la sottostima di casi e decessi da Covid-19 del 2020. Questo rende le testimonianze dei cinesi essenziali per comprendere la situazione. Una fonte di Shanghai sostiene che l’epidemia a Shanghai sia «diversa da quella del 2020, perché colpisce soprattutto i bambini e in misura minore gli anziani. Al nord ci sono stati decessi improvvisi di giovani tra i 30 e i 40 anni, ma a Shanghai sono rari». La fonte ha poi aggiunto che le autorità cinesi, ad oggi, «vietano» ancora di diagnosticare il Covid-19.
Secondo Jonathan Liu, docente al Canada Public College, i sintomi di influenza A e B, Covid e norovirus sono simili, e fanno aumentare i casi di infezioni virali in Cina: «Il regime sta minimizzando l’epidemia per far vedere che il Covid è sotto controllo, evitando che si diffonda il panico, a tutela degli investimenti stranieri».
Ma la realtà è che diverse fonti in Cina ci segnalano un aumento di decessi improvvisi, ospedali sovraffollati (specialmente nei reparti cardiovascolari e respiratori), persone tra i 20 e i 30 anni che collassano all’improvviso per strada, forni crematori con liste d’attesa infinte e cimiteri senza più posti.