Giornalisti e attivisti italiani spiati dal software dell’azienda israeliana Paragon Solutions, che decide di interrompere il suo accordo con l’Italia. Secondo quanto riportato dal Guardian, Paragon avrebbe deciso di interrompere il contratto con l’Italia dopo aver appreso che un giornalista e due attivisti italiani, erano tra i bersagli dello spyware. Tutti e tre hanno, di recente, criticato duramente il governo Meloni. Inoltre si dice che l’Italia avrebbe violato i termini dell’accordo con l’azienda, che vietano l’uso dello spyware contro attivisti e comuni cittadini.
É stata Meta, proprietaria di WhatsApp, ad allarmare i diretti interessati scrivendo il messaggio: «WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Lo spyware potrebbe aver comportato l’accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo».
L’app di messaggistica ha poi invitato a contattare i ricercatori del Citizen Lab all’università di Toronto, un’organizzazione che si occupa di sicurezza informatica e attività di intelligence.
«Chi ha spiato il mio telefono non l’ha fatto per sapere dove andavo in vacanza o con chi, l’ha fatto perché cercava documenti o indizi sulle nostre prossime attività d’inchiesta. E questo non si può fare» commenta uno tra gli italiani spiati dal software, direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato. Cancellato afferma inoltre, che oltre a lui sono stati presi di mira anche «attivisti e membri della società civile che hanno espresso posizioni fortemente critiche nei confronti delle politiche del governo», in particolare sulla cosiddetta “Gioventù Meloniana”.
Nel polverone, non è tardata ad arrivare la risposta direttamente da Palazzo Chigi, che declina ogni coinvolgimento nella questione: «In merito a quanto pubblicato da alcuni organi di stampa su presunte attività di spionaggio che avrebbero riguardato operatori dell’informazione, la Presidenza del Consiglio esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124, compresi i giornalisti».
Ma come funziona il software di Paragon chiamato Graphite? Si tratta di uno spyware che può infettare un dispositivo con zero-click, ovvero senza alcuna interazione dell’utente. Solitamente infatti, questi virus funzionano solamente nel caso in cui il malcapitato “abbocchi” al click di un link o al download di un file.
Con Graphite invece, basta ricevere un file pdf infetto dopo essere stati aggiunti a un gruppo e, una volta installato, il software consente di accedere a qualsiasi informazione nel telefono, quali: chat, password e geolocalizzazione, microfono e videocamera.
Questo crea un monitoraggio costante, andando ben oltre la semplice violazione della privacy e violando i principi fondamentali della democrazia. Le persone colpite non hanno alcun modo di accorgersene: Graphite opera senza lasciare tracce visibili, evitando così di destare sospetti.
La Paragon Solutions US è stata fondata nel 2019 da ex membri dell’Unità 8200, un reparto dell’esercito israeliano specializzato nella cybersecurity, e nel 2024, è stata acquistata dalla società statunitense AE Industrial Partners per 500 milioni di dollari. Graphite si focalizza su analisi di dati e informazioni sensibili, e viene venduto principalmente a governi ed enti pubblici.
Paragon Solutions e Francesco Cancellato non hanno risposto in tempo utile a una richiesta di commento sui fatti riportati in questo articolo.
Mirko Fadda