Un nuovo capitolo nei negoziati sul programma nucleare iraniano si aprirà venerdì, sempre a Roma, dove l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, incontrerà una delegazione di Teheran per il quinto ciclo di colloqui bilaterali. La notizia, riportata da una fonte vicina alle trattative, si inserisce in un contesto di tensioni geopolitiche che vedono l’Iran al centro di un intricato gioco diplomatico.
Parallelamente, il presidente americano Trump ha discusso della questione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in una telefonata avvenuta giovedì, poche ore dopo l’uccisione di due dipendenti dell’ambasciata israeliana a Washington. L’obiettivo dei colloqui romani rimane quello di trovare un terreno comune su un dossier che, da anni, rappresenta una delle principali sfide per la stabilità internazionale.
Accompagnato da Michael Anton, alto funzionario del ministero degli Esteri, Steve Witkoff guiderà una delegazione statunitense impegnata in sessione di negoziati con Teheran, come già avvenuto nei precedenti round. La Casa Bianca, attraverso la portavoce Karoline Leavitt, ha espresso cauto ottimismo, sottolineando che il presidente Trump ritiene che i negoziati stiano «procedendo nella giusta direzione».
Ma le distanze tra le parti restano significative. Durante un’intervista concessa domenica al programma This Week dell’emittente Abc, Steve Witkoff ha ribadito la posizione statunitense: qualsiasi accordo con l’Iran dovrà includere un impegno chiaro a non arricchire l’uranio. Una richiesta che Teheran ha prontamente giudicato «eccessiva e oltraggiosa», per bocca del leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei, che ha inoltre espresso scetticismo sulle possibilità di successo dei negoziati.