Hegseth avvisa il regime comunista cinese: Taiwan non si tocca

di Redazione ETI/Aldgra Fredly
31 Maggio 2025 18:06 Aggiornato: 1 Giugno 2025 8:39

Il ministro della Difesa statunitense Pete Hegseth ha dichiarato sabato che gli Stati Uniti proseguiranno nel sostegno agli alleati dell’area indo-pacifica per preservare pace e stabilità, lanciando un allarme sulla minaccia militare imminente rappresentata dalla Cina.

Intervenendo al forum Shangri-La Dialogue di Singapore, Hegseth ha evidenziato che Pechino sta compiendo preparativi concreti per ricorrere alla forza militare al fine di modificare «l’equilibrio di potere» nella regione indo-pacifica. Ha aggiunto che, sebbene le intenzioni del Partito comunista cinese riguardo a Taiwan e agli altri Paesi vicini restino incerte, «gli Stati Uniti e i loro alleati devono essere pronti con urgenza e vigilanza».

Il Pcc non ha mai avuto il controllo su Taiwan, che è una nazione indipendente dalla Repubblica Popolare Cinese, ma la considera una provincia ribelle e non ha mai escluso l’uso della forza per assumerne il controllo. Hegseth ha avvertito che un tentativo del regime cinese di annettere l’isola potrebbe comportare «conseguenze devastanti» per la regione e il mondo intero. «Non serve edulcorare la realtà: la minaccia rappresentata dalla Cina è concreta e potrebbe essere imminente», ha aggiunto il ministro della Difesa americano.

Hegseth ha esortato le nazioni dell’Indo-Pacifico ad aumentare gli investimenti nella difesa per potenziare le proprie capacità militari, richiamando l’impegno dei membri della Nato a destinare il 5% del prodotto interno lordo alla difesa: «Come può essere logico che i Paesi europei rispettino questo impegno, mentre alleati e partner chiave in Asia spendono molto meno di fronte a una minaccia ben più temibile rappresentata dalla Cina comunista, senza contare la Corea del Nord?». Ha poi spiegato che l’amministrazione Trump intende rafforzare la deterrenza nella regione indo-pacifica potenziando la «posizione avanzata delle forze» nel Pacifico occidentale, supportando gli alleati nel miglioramento delle loro capacità difensive e ricostruendo le basi industriali della difesa statunitense. Il capo del Pentagono ha ricordato che il presidente Trump si è impegnato a impedire alla Cina di invadere Taiwan, invitando gli alleati regionali a collaborare con gli Stati Uniti per scongiurare il conflitto.

Hegseth ha ribadito che gli Stati Uniti non intendono entrare in conflitto con la Cina, sottolineando però che Washington non permetterà di venire «estromessa da questa regione cruciale» né di vedere i propri alleati sottomessi: «Voglio essere chiaro ancora una volta – ha insistito – gli Stati Uniti non cercano la guerra. Noi non aspiriamo a dominare né a soffocare la Cina, ma dobbiamo garantire che la Cina non possa dominare noi o i nostri alleati e partner».

Il capo del Pentagono ha poi aggiunto che, se la deterrenza dovesse fallire, gli Stati Uniti «saranno pronti a fare quello che il Dipartimento della Difesa sa fare meglio: combattere e vincere». Il ministro della Difesa cinese Dong Jun non ha preso parte al forum per motivi non precisati; Pechino ha inviato in sua vece una delegazione dell’Università nazionale della difesa dell’Esercito popolare di liberazione.

Negli ultimi anni, il Pcc ha intensificato le attività militari intorno a Taiwan. Di fronte a incessanti operazioni militari intimidatorie, il ministero della Difesa di Taiwan ha riferito di aver rilevato, il 28 maggio, 31 caccia cinesi e dieci unità navali intorno all’isola. Il ministero ha precisato che 22 di questi velivoli hanno attraversato la linea mediana e sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan, costringendo i caccia di Taipei ad alzarsi in volo per presidiare lo spazio aereo di Taiwan.

 


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