Washington ha varato una nuova politica commerciale che scuote i rapporti economici mondiali. Giovedì 31 luglio, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che introduce dazi su numerosi Paesi, inclusa l’Unione europea, con effetto dal 7 agosto, subito dopo la scadenza del 1° agosto per la conclusione di accordi bilaterali con gli Stati Uniti. L’obiettivo dichiarato è riequilibrare i rapporti commerciali, riducendo i deficit che drenano capitali americani. I dazi, variabili tra il 10% e il 41%, saranno modulati in base alla presenza e alla qualità degli accordi commerciali con gli Usa. «Alcuni partner hanno dimostrato una reale volontà di affrontare gli squilibri commerciali e di allinearsi agli Stati Uniti su questioni economiche e di sicurezza nazionale — ha dichiarato il presidente Trump — Altri, pur avendo avviato negoziati, hanno proposto condizioni insufficienti, mentre alcuni non hanno nemmeno iniziato a trattare».

Video: Reuters
Trump e i dazi
31 Luglio 2025 18:31 Aggiornato: 1 Agosto 2025 21:33
Per i Paesi con un surplus commerciale, ossia quando gli Usa esportano più di quanto importino, il dazio sarà del 10%. Per quelli con un deficit, ovvero che vendono agli Stati Uniti più di quanto acquistano, il dazio base sarà del 15%. Tra i principali partner colpiti, l’Unione europea, la Corea del Sud e il Giappone affronteranno un dazio del 15%, grazie agli accordi esistenti. Il Regno Unito, invece, beneficerà di un dazio ridotto al 10%. I Paesi senza intese o con accordi ritenuti inadeguati subiranno dazi più pesanti: la Siria (41%), il Laos (40%) e la Svizzera (39%) sono tra i più penalizzati.
Un precedente ordine esecutivo aveva già sottolineato come la mancanza di reciprocità nei rapporti commerciali, le disparità nei dazi e le politiche economiche dei partner che limitano salari e consumi interni rappresentino una minaccia per l’economia e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. La Cina, primo partner commerciale di Washington, ha ottenuto una proroga fino al 12 agosto per proseguire i negoziati. Il Messico, alleato strategico, sarà soggetto a dazi del 25% per 90 giorni durante le trattative, una riduzione rispetto al 30% inizialmente previsto.