Trump: dazi del 10% a chi aderisce alle politiche dei Brics

di Redazione ETI/Aldgra Fredly
7 Luglio 2025 17:51 Aggiornato: 7 Luglio 2025 17:51

Donald Trump ha dichiarato domenica che imporrà un dazio aggiuntivo del 10% sui Paesi che aderiscono alle politiche dei Brics, il trattato economico ostile agli Stati Uniti che comprende Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia e Iran. La decisione arriva in risposta a un monito del Brics contro la proliferazione di misure restrittive al commercio, come l’aumento dei dazi.

«Ogni Paese che si allinei alle politiche antiamericane dei Brics sarà soggetto a un dazio supplementare del 10%. Senza eccezioni» ha scritto Trump su Truth. Il presidente non ha specificato quali politiche consideri antiamericane, ma è facile immaginare a cosa si riferisca. Il suo annuncio è piombato nel pieno dell’incontro fra i capi di Stato e di governo dei Brics riuniti a Rio de Janeiro. Assente il presidente russo Vladimir Putin, a causa di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale, in forza del quale Putin potrebbe essere arrestato come criminale di guerra; al suo posto ha partecipato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov.

Al termine del summit, i leader dei Brics hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui esprimono preoccupazione per «la proliferazione di misure restrittive al commercio, sia sotto forma di aumenti indiscriminati di dazi e misure non tariffarie, sia di protezionismo mascherato da obiettivi ambientali». Tali misure, si legge, «rischiano di destabilizzare l’economia globale e di aggravare le disuguaglianze economiche esistenti». E ancora: «noi esprimiamo seria preoccupazione per l’aumento di dazi e misure non doganali unilaterali che distorcono il commercio e sono incoerenti con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio». La dichiarazione non cita direttamente gli Stati Uniti, ma il riferimento è evidente: va ricordato che lo scorso aprile Trump aveva introdotto un dazio base del 10% e dazi reciproci su quasi tutti i partner commerciali

Un portavoce del ministero del Commercio del Sudafrica, membro dei Brics, ha respinto l’accusa di essere antiamericano e ha ribadito la volontà di negoziare un accordo commerciale con Washington: «Siamo ancora in attesa di una comunicazione formale dagli Stati Uniti riguardo al nostro accordo commerciale, ma i nostri colloqui restano costruttivi e proficui», ha dichiarato Kaamil Alli a Reuters.

Domenica, Trump ha poi annunciato sui social l’invio delle ormai famose “lettere” relative ai dazi a partire da mezzogiorno (ora della costa orientale americana) del 7 luglio.
Il ministro del Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato a Cnn il 6 luglio che, in assenza di un accordo con gli Stati Uniti entro il 1° agosto, i dazi torneranno ai livelli stabiliti il 2 aprile. Bessent ha smentito che il 1° agosto rappresenti una nuova scadenza per i negoziati, precisando però che la data potrebbe offrire a alcuni partner commerciali degli Stati Uniti più tempo per rinegoziare le tariffe di importazione.

Nel frattempo, il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente Trump hanno avuto un «buon confronto» domenica, secondo quanto riferito lunedì da un portavoce della Commissione. L’Unione europea, ha aggiunto, punta a raggiungere un accordo commerciale con Washington entro il 9 luglio: «noi vogliamo concludere un accordo con gli Stati Uniti. noi vogliamo evitare i dazi, perché causano danni. Puntiamo a risultati vantaggiosi per entrambe le parti, non a esiti perdenti per tutti», ha dichiarato il portavoce Ue durante la conferenza stampa quotidiana.


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times