Sedersi a terra, un’arma contro cadute e dolori posturali

di Redazione ETI/Amy Denney
5 Agosto 2025 19:43 Aggiornato: 5 Agosto 2025 20:54

La pratica di sedersi a terra, meno comune nelle culture occidentali, sta guadagnando attenzione per i suoi benefici su mobilità, equilibrio e benessere generale. Diversi studi evidenziano come questa abitudine possa contrastare gli effetti negativi di un’eccessiva permanenza su sedie, favorendo una vita più sana e prolungata.

L’idea che “stare sempre seduti è come fumare”, ossia che passare troppo tempo seduti sia dannoso quanto il tabacco, è considerata da alcuni esperti un’esagerazione. Ma emerge una distinzione cruciale: sedersi su una sedia per lunghe ore può nuocere alla salute, mentre sedersi a terra in modo strategico migliora la mobilità, rafforza l’equilibrio, riduce il rischio di cadute e contribuisce a una migliore qualità della vita. Passare dalla sedia al pavimento evita posture statiche e troppo supportate, che spesso causano mal di schiena, indebolimento dei muscoli del tronco e perdita di flessibilità.

La preferenza occidentale per le sedie potrebbe aver influenzato la ricerca, creando un pregiudizio verso questo tipo di seduta. Uno studio pubblicato su Heliyon ha rilevato che le analisi sulle posture sedute si concentrano quasi esclusivamente sulle sedie, trascurando il pavimento. L’indagine ha esaminato tre posture a terra – a gambe incrociate, in ginocchio e con una gamba piegata e l’altra distesa con il ginocchio sollevato – su 40 uomini senza problemi di schiena. Ogni posizione è stata mantenuta per dieci minuti, con cuscini di diversi spessori e allineamenti spinali variabili, misurando la stabilità della colonna. I risultati hanno mostrato che sedersi a gambe incrociate o in ginocchio, evitando curvature lombari accentuate, migliora l’equilibrio e riduce l’affaticamento muscolare del tronco. Tuttavia, cuscini troppo sottili o spessi oltre i 5 centimetri possono causare instabilità e rigidità spinale.

Un’altra ricerca, pubblicata su Applied Sciences, ha evidenziato che venti minuti seduti a gambe incrociate attivano i muscoli di fianchi, ginocchia e caviglie, migliorando l’equilibrio. In un esperimento con trenta volontari sani, di età compresa tra 18 e 40 anni, si è osservato un aumento della cadenza e della velocità del passo dopo questa postura, con un miglioramento della mobilità degli arti inferiori. Gli studiosi hanno suggerito che brevi sessioni di seduta a terra possano essere integrate nella routine quotidiana o nei programmi di riabilitazione, anche se periodi prolungati potrebbero non offrire gli stessi vantaggi.

Sedersi a terra è un’abilità naturale, spesso perduta nelle culture che privilegiano le sedie. Questo fenomeno ha un impatto significativo sugli anziani, ma può influire negativamente a ogni età. La mobilità, intesa come la capacità di muoversi liberamente senza dolore, è fondamentale per prevenire cadute, che rappresentano la principale causa di lesioni e decessi per trauma negli over 65, con un incidente ogni 2,25 secondi. Una maggiore mobilità non solo riduce questo rischio, ma migliora anche le prestazioni atletiche e la capacità di svolgere attività quotidiane, come giocare con i bambini o affrontare una giornata intensa.

Un aspetto cruciale emerso dagli studi è il problema dell’angolo retto tra cosce e colonna, tipico delle sedie. Una revisione sistematica pubblicata su Heliyon ha identificato 32 metodi di valutazione ergonomica dei mobili, ma ha evidenziato una scarsa attenzione a differenze di genere e culturali. Nonostante decenni di ricerche, la sedia ideale rimane indefinita. Ma è evidente che una seduta prolungata su sedia riduce la mobilità, contribuendo a dolori lombari, all’anca e al ginocchio. L’immagine di un corpo che si adatta alla forma di una sedia, come fosse una scarpa, illustra come l’immobilità prolungata possa irrigidire le articolazioni.

Nelle culture asiatiche, come in Giappone o nei Paesi del Sud-Est asiatico, dove sedersi, mangiare e utilizzare il bagno a terra è comune, i tassi di lesioni ortopediche, mal di schiena e sostituzioni articolari sono significativamente inferiori. Uno studio pubblicato su Lancet Rheumatology ha stimato che nel 2020 il mal di schiena ha colpito 619 milioni di persone nel mondo, con proiezioni di oltre 800 milioni entro il 2050. L’Asia orientale registra i tassi più bassi di prevalenza.

Gli esperti suggeriscono di dedicare almeno 30 minuti al giorno a sedersi a terra, integrando questa pratica in attività quotidiane, come guardare la televisione o partecipare a eventi. Strumenti come rulli in schiuma o dispositivi per massaggi possono rendere l’esperienza più invitante. Alternare posizioni, come lavorare su uno sgabello o camminare durante una chiamata, favorisce il movimento e previene la rigidità. L’obiettivo non è demonizzare il sedersi, ma ridurre le ore accumulate in una singola posizione. Il principio guida è che la posizione successiva è sempre la migliore.

Un approccio innovativo è la posizione consapevole del corpo, che promuove ambienti con spazi per sedersi a terra, su sgabelli alti, in ginocchio, sdraiati o in piedi. Ad esempio, mangiare a un bancone più alto di un tavolo tradizionale evita l’angolo retto, mentre una sedia a dondolo mobilita fianchi e organi interni. Non esiste una sedia perfetta, ma un ambiente che consenta di cambiare posizione frequentemente è essenziale per il benessere.


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