Netanyahu non si ferma davanti a nulla e Hamas ora ha paura

di Redazione ETI/Epoch Israele
27 Agosto 2025 13:53 Aggiornato: 27 Agosto 2025 20:32

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta ancora  giocando a carte coperte: non ha risposto ormai da diversi giorni alla proposta dei mediatori di un nuovo accordo sugli ostaggi e di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. A dirlo è Steve Witkoff, inviato speciale statunitense per il Medio Oriente.

Il Gabinetto di sicurezza allargato del governo israeliano si è riunito ieri, ma secondo fonti politiche di Epoch Israele non avrebbe affrontato la questione degli ostaggi. Domenica prossima, il Gabinetto si riunirà di nuovo per discutere i piani dell’esercito israeliano per l’occupazione di Gaza City. Le stesse fonti ritengono che Netanyahu non stia rispondendo alla proposta dei mediatori per tenersi tutte le porte aperte, e aumentare allo stesso tempo la pressione psicologica su Hamas; tutto questo con l’approvazione degli Stati Uniti. Finora, in effetti, l’amministrazione Trump non ha fatto pressioni su Netanyahu affinché risponda ufficialmente ai mediatori in merito alla loro nuova proposta. E le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di questa settimana rispetto al raggiungimento di un accordo «valido e decisivo» non incidono attualmente sulle possibilità di raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

L’annuncio di Trump coincide con le richieste dei mediatori, Egitto e Qatar, di fare pressione su Israele affinché fornisca una risposta formale e chiara alla loro proposta per un nuovo accordo.
In una conferenza stampa tenutasi ieri, il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, ha invitato la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché risponda alla proposta dei mediatori, già accettata da Hamas circa una settimana fa. Majed al-Ansari ha poi sottolineato che «l’escalation israeliana è in atto e non porterà a risultati positivi».
Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdel Atty ha dichiarato, durante i colloqui con il consigliere per la sicurezza nazionale britannico e il ministro degli Esteri spagnolo, che l’Egitto «respinge fermamente la continuazione dei crimini israeliani nella Striscia di Gaza» e ha invitato la comunità internazionale «a assumersi le proprie responsabilità e a porre fine a questi atti pericolosi attraverso un intervento efficace per fermare la guerra».

Passando dalla politica al campo di battaglia, Hamas è molto preoccupato per la nuova posizione israeliana, perché mentre Netanyahu mantiene la propria ambiguità e resiste a critiche che piovono ormai da ogni parte (Stati Uniti esclusi), i militari israeliani continuano senza sosta a prepararsi per conquistare Gaza City. Secondo fonti militari citate da Epoch Israele, Hamas sarebbe in estrema difficoltà a causa della posizione israeliana, perché inizialmente i miliziani contavano sul fatto che la pressione della società israeliana sul governo sarebbe aumentata fino al punto di costringere Netanyahu ad accettare l’offerta dei mediatori, permettendo ad Hamas stessa di guadagnare tempo per prepararsi a resistere efficacemente all’occupazione di Gaza City. Ma non sta andando così: Netanyahu è un rullo compressore. E quindi ora Hamas starebbe preparandosi come può all’onda d’urto dell’esercito israeliano.

 


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