Donald Trump ha dichiarato ieri che l’India si è offerta “finalmente” di azzerare i dazi sui prodotti statunitensi. Scrivendo su Truth, Trump ha affermato che l’India ha a lungo beneficiato della vendita di «enormi quantità di merci» sul mercato statunitense, mentre le aziende americane incontravano barriere commerciali che bloccavano l’accesso al mercato indiano dei prodotti americani. Trump ha poi ripetutamente criticato la dipendenza dell’India dalle importazioni di energia e armamenti russi, sostenendo che gli Stati Uniti hanno venduto «ben poco» all’India in confronto. Il presidente americano ha poi toccato l’aspetto più importante: «Ora si offrono di ridurre i propri dazi a zero, ma è tardi» perché il cambiamento, ha detto Trump, «avrebbe dovuto esserci anni fa».
I dazi introdotti dalla seconda amministrazione Trump sulle importazioni indiane attualmente sono al 50 per cento. I dazi indiani nei confronti degli Stati Uniti rappresentano da tempo un motivo di irritazione per Washington. Un rapporto del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti ha rilevato che le imposte medie sui prodotti statunitensi superano il 113 per cento, e possono raggiungere il 300 per cento su determinati prodotti agricoli. Le aliquote applicate in agricoltura si attestano in media intorno al 39 per cento, e gli esportatori statunitensi affrontano anche barriere non doganali come rigide certificazioni per i latticini, normative sugli organismi non geneticamente modificati e procedure doganali farraginose.
Ma, in questa fase, il problema principale rappresentato dall’India è il forte supporto che New Delhi sta dando a Mosca comprando il petrolio russo, che rappresenta uno dei due pilastri finanziari su cui si regge l’invasione dell’Ucraina (ove l’altro pilastro è quello cinese).
Il commercio bilaterale tra India e Russia vale quasi 69 miliardi di dollari. L’India rappresenta attualmente un terzo delle esportazioni di greggio russo, gran parte del quale acquistato a prezzi stracciati a causa delle sanzioni. Il G7 ha infatti imposto un tetto di 60 dollari al barile sul greggio russo Urals nel dicembre 2024, per punire la Russia dell’invasione Ucraina e privarla dei mezzi per continuare la (costosissima) guerra. Ma questo prezzo tenuto artificiosamente basso è un’arma a doppio taglio; tuttavia, dopo la caduta dei prezzi del petrolio sui mercati principali (il Wti statunitense ora oscilla intorno ai 65 dollari) il tetto/sanzione alla Russia ha perso gran parte della sua efficacia, e quindi anche il prezzo del petrolio russo – ormai di poco inferiore a quello americano – è molto meno appetibile; il che, per l’India, dovrebbe essere un incentivo in meno a violare le sanzioni contro lo Stato che ha invaso l’Ucraina tre anni fa. Ma, a quanto pare, l’India continua a preferire il petrolio russo. A questo punto si capiscono meglio i motivi di irritazione di Washington con New Delhi.
Non solo: Donald Trump ha anche accusato l’India di speculazione, ovvero di rivendere a prezzi di mercato il greggio russo comprato a basso prezzo, lucrando sulla distruzione e le vittime della guerra in Ucraina. Il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha confermato l’accusa a New Delhi, a sua volta descrivendo il comportamento dell’India una «speculazione», e avvertendo che questa condotta commerciale sta ulteriormente danneggiando gli interessi statunitensi. L’India ha replicato, rispondendo a Epoch Times Usa, che le importazioni di petrolio dalla Russia mirano a garantire energia a prezzi accessibili per il suo miliardo e mezzo di abitanti, glissando sulle accuse di speculazione e definendo le critiche statunitensi «ingiustificate e irragionevoli».
Nel frattempo, il primo ministro indiamo Narendra Modi e Putin si sono incontrati in Cina per il vertice per la Cooperazione di Shanghai, ostentando fraterna amicizia: Modi ha descritto i rapporti India-Russia «speciali e privilegiati», e Putin ha definito Modi un «caro amico», definendo i legami tra le due nazioni profondi e di lunga data. Quanto alla guerra in Ucraina, Modi ha detto che si deve «trovare un modo» per porre fine alla guerra. Il consigliere russo per la politica estera Yuri Ushakov ha dichiarato che Putin dovrebbe recarsi in visita ufficiale in India in dicembre, in occasione del 23esimo vertice annuale India-Russia.