La Cina sta conquistando il dominio mondiale dei minerali sostenendo regimi illegittimi, corrompendo funzionari e favorendo gravi violazioni dei diritti umani. A dirlo è una testimonianza della Sottocommissione Esteri per l’Africa della Camera degli Stati Uniti.
IL PERICOLO DEL NUOVO ORDINE MONDIALE CINESE
Il regime cinese sta accumulando enormi scorte d’oro – il cui prezzo ha toccato di recente il massimo storico di oltre 3 mila dollari l’oncia – per creare una nuova valuta in competizione col dollaro statunitense, secondo alcuni parlamentari americani. In audizione, diversi esperti hanno testimoniato che il modello del Partito Comunista Cinese in Africa si basa sullo sfruttamento delle risorse naturali attraverso un monopolio delle industrie estrattive.
Joseph Nguramo, esperto di sicurezza del think tank Atlantic Council di Washington, ha dichiarato in audizione che il caos politico e sociale in Africa avvantaggia gli interessi economici cinesi, scoraggiando investimenti e collaborazioni occidentali, e «allo stesso tempo sostiene sistemi politici corrotti tenuti in piedi da élite predatorie e cleptocratiche che si arricchiscono a spese dei cittadini», sistemi che «perpetuano povertà e scatenano conflitti regionali e guerre, come in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo». Inoltre decine di migliaia di bambini africani sono costretti a scavare minerali per compratori cinesi, senza equipaggiamenti protettivi adeguati o retribuzione, «alcuni hanno meno di 10 anni e sono esposti a sostanze tossiche, con gravi problemi di salute e ambientali».
CORRUZIONE E ABUSI, LA LONGA MANUS DEL PCC
L’Africa è il continente più ricco di risorse al mondo. L’analista politico Sasha Lezhnev ha osservato in audizione che quasi la metà dei maggiori investimenti minerari cinesi nel mondo si concentra nell’Africa subsahariana, ma «questi investimenti portano con loro alti livelli di corruzione» e «non è un caso che i Paesi africani che esportano di più in Cina abbiano alcuni dei peggiori indici di corruzione al mondo», tra cui Sud Sudan, Congo ed Eritrea. Lezhnev ha poi esposto una serie di abusi sui diritti umani e ambientali legati agli investimenti cinesi in progetti di minerali per l’energia verde in Africa, soprattutto in Congo, principale produttore mondiale di cobalto (75%) e tantalio (40%), e secondo per il rame dal 2024. Esiste inoltre tra Cina e Congo un accordo del 2008 da 6 miliardi e 200 milioni di dollari, che prevede minerali in cambio di infrastrutture, e che ha fatto esplodere la corruzione.
Lezhnev ha inoltre accusato il Congo di togliere permessi a ditte occidentali per darli a società legate al regime cinese, evidenziando che l’oro è «al cuore» dell’escalation del conflitto nell’est del Congo, dove i ribelli M23, sostenuti dal Ruanda, combattono le truppe governative per aree ricche di risorse minerarie, e hanno causato 6 milioni e mezzo di sfollati e migliaia di morti. Il Congo produce oltre 1 miliardo di dollari d’oro l’anno, ma quasi tutto viene contrabbandato via Ruanda e Uganda principalmente verso Emirati Arabi Uniti e Cina: «La Cina compra quantità enormi d’oro, anche dalla Russia; forse mira a creare una valuta Brics in contrapposizione al dollaro Usa».
Secondo Lezhnev, inoltre, ci sono circa 450 aziende minerarie che operano illegalmente nella sola regione del Sud Kivu, gestite principalmente da cittadini cinesi che contrabbandano fino a 8 tonnellate di oro all’anno, e operatori cinesi estraggono illegalmente oro in tutta l’Africa – in Paesi come la Repubblica Centrafricana, Ghana, Mali e Nigeria – e lo contrabbandano in Cina.
Inoltre Lezhnev ha aggiunto che l’amministrazione Trump e il Parlamento Usa hanno ruoli importanti nel contrastare il commercio illegale di oro, e ha suggerito che il ministro degli Esteri Marco Rubio guidi un’iniziativa pubblico-privata sull’oro illecito, collaborando con organismi del settore dell’oro come la London Bullion Market Association (Lbma), il World Gold Council (Wgc) e con gli alleati, a partire da Regno Unito e Unione Europea. «Il nuovo organismo dovrà affrontare la trasparenza dei dati sul commercio dell’oro – un problema primario – raccogliendo, consolidando e condividendo dati affidabili», ha detto Lezhnev. «Attualmente non ci sono dati affidabili in tempo reale sul commercio dell’oro, lasciando gli enti sanzionatori e altri che cercano di combattere il commercio illecito di oro significativamente indietro rispetto ai criminali».