Ursula von der Leyen, ha dichiarato oggi che l’Unione europea prorogherà fino al prossimo mese la sospensione delle proprie contromisure ai dazi americani, mentre proseguono i negoziati commerciali con l’amministrazione Trump.
Sabato, Donald Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi del 30% su tutte le importazioni provenienti dall’Ue, qualora non si raggiunga un accordo commerciale con la sua amministrazione. Dazi che, ha precisato, si aggiungerebbero a eventuali dazi settoriali specifici.
Inizialmente, Trump aveva concesso ai partner commerciali degli Stati Uniti fino al 9 luglio per negoziare accordi commerciali, pena l’applicazione dei dazi annunciati all’inizio di aprile. La settimana scorsa, il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che avrebbe iniziato a inviare lettere di preavviso ai Paesi interessati, per comunicare i dazi previsti in assenza di accordi.
In risposta all’intimo di Trump, la von der Leyen aveva ribadito sabato che l’Unione europea (che il principale partner commerciale degli Stati Uniti) adotterà tutte le misure necessarie per tutelare i propri interessi, compresa «l’adozione di contromisure proporzionate, se necessario». Gli ambasciatori dell’Unione si sono riuniti domenica, alla vigilia dell’incontro dei ministri del Commercio a Bruxelles, per decidere se rispondere immediatamente o prolungare la sospensione delle contromisure. L’Ue ha optato per la seconda strada.
Parlando ai giornalisti, la von der Leyen ha confermato che la sospensione sarà estesa fino ai primi di agosto, mentre l’Unione continua a «preparare ulteriori contromisure per essere pienamente pronta».
Da maggio, l’Ue sta lavorando a un secondo pacchetto di contromisure, che prenderebbe di mira beni statunitensi per un valore di circa 84,2 miliardi di dollari. L’elenco definitivo, tuttavia, richiede ancora l’approvazione di tutti gli Stati membri e non è stato reso pubblico. La von der Leyen ha chiarito che lo Strumento anti-coercizione dell’Ue, che consente di rispondere a pressioni economiche da parte di Paesi terzi per influenzare le politiche degli Stati membri, non è ancora stato preso in considerazione: «Lo strumento è pensato per situazioni straordinarie, e non siamo ancora a quel punto».
Tra le possibili (ma poco realistiche) misure di ritorsione, l’Ue potrebbe limitare l’accesso al proprio mercato per beni e servizi, oltre ad adottare misure economiche come controlli sulle esportazioni, interventi sui mercati finanziari e restrizioni agli investimenti diretti esteri.
La posizione di Giorgia Meloni e del governo italiano, che in questa fase sta svolgendo il ruolo di “ponte” tra Washington e Bruxelles, è quella del dialogo e della mediazione. Una linea pragmatica, evidentemente sposata anche da Ursula von der Leyen: rispondere agli Stati Uniti con dazi ritorsivi servirebbe solo a peggiorare la situazione, iniziando una guerra commerciale insensata e suicida; e che, fra l’altro, l’Europa non sarebbe mai in grado di vincere.




