Il giorno stesso del suo insediamento, il 20 gennaio, Trump ha firmato 46 azioni esecutive, molte delle quali sono un mix di oltre 200 ordini esecutivi, direttive e linee guida politiche.
Almeno otto riguardano direttamente la politica energetica e quattro eliminano oltre 200 norme, regolamenti e ordini esecutivi emessi da Biden, incluse tutte le norme adottate negli ultimi 60 giorni e gli stanziamenti autorizzati da due disegni di legge sul «New Green Deal» adottati nel 2021 e nel 2022.
Due riguardano questioni specifiche in Alaska e California, e uno sospende le concessioni per l’eolico offshore. Un’altra direttiva prevede una forte espansione delle concessioni per petrolio e gas offshore.
Probabilmente, ritirare gli Stati Uniti dagli accordi sul clima di Parigi del 2015, è stato l’ordine più semplice, cosa che del resto Trump aveva già fatto nel 2017 e che ha giurato nuovamente di fare in caso di elezione. L’ordine esecutivo non solo ritira gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, ma anche «da qualsiasi accordo, patto, convenzione o impegno simile preso nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici» e annulla immediatamente il Piano di finanziamento internazionale degli Stati Uniti per il clima che, nel corso degli anni, ha stanziato miliardi di impegni dei contribuenti statunitensi.
Nell’ordine esecutivo Unleashing Alaska’s Extraordinary Resource Potential, Trump invita le agenzie federali ad «accelerare la concessione di permessi e licenze per progetti di energia e risorse naturali», a dare priorità allo «sviluppo del potenziale di gas naturale liquefatto dell’Alaska» e ad espandere lo sviluppo di combustibili fossili nella Riserva nazionale di petrolio, che si estende per 23 milioni di acri.
Questo decreto presidenziale annulla «tutti i regolamenti, gli ordini, i documenti di orientamento, le politiche e qualsiasi altra azione simile dell’agenzia […] promulgata, emessa o adottata tra il 20 gennaio 2021 e il 20 gennaio 2025», cancellando decine di azioni di Biden relative all’Alaska.
Un altro ordine esecutivo riguarda la California: «Fermare l’ambientalismo radicale per fornire acqua alla California meridionale», col quale già nel primo mandato Trump proponeva di reindirizzare l’acqua dal Delta del fiume Sacramento-San Joaquin alle fattorie della Valle Centrale e alle aree urbane della California meridionale.
Lo Stato della California e decine di gruppi di difesa hanno bloccato l’ordine e la corte federale definendolo un eccesso di potere del governo federale che avrebbe messo in pericolo la fauna protetta, tra cui il delta smelt, una specie di pesce di minuscole dimensioni.
«Oggi questa enorme riserva d’acqua sfocia nell’Oceano Pacifico in modo dispendioso», si legge nell’ordine esecutivo. «I recenti incendi mortali e storicamente distruttivi che hanno colpito la California meridionale evidenziano che lo Stato californiano ha bisogno di un approvvigionamento idrico affidabile e di una gestione della vegetazione sana per fornire l’acqua di cui c’è disperato bisogno, per cui questo piano deve essere immediatamente reimplementato».
Ma molti dei 46 provvedimenti emessi da Trump il 20 gennaio sono complessi, tra i quali cinque annullano decine di azioni di Biden e spaziano in una vasta serie di politiche e regolamenti legati all’energia.
Libero uso dell’energia l’energia americana
Con questo ordine esecutivo (che comprende diversi altri ordini esecutivi, azioni, direttive e linee guida politiche) l’amministrazione vuole «affermare la nostra posizione di leader nella produzione e lavorazione di minerali non combustibili, compresi i minerali di terre rare […] per tutelare la sicurezza economica e nazionale degli Stati Uniti».
Una disposizione prevede di «eliminare l’obbligo di veicoli elettrici imposto dal ministero dei Trasporti sull’efficienza dei carburanti, che porterebbe il risparmio medio di carburante a 50 miglia per gallone entro il 2031». Il decreto presidenziale afferma che l’azione garantirà «un campo di gioco normativo equo per la scelta dei veicoli da parte dei consumatori» ed elimina «le sovvenzioni ingiuste e altre distorsioni di mercato mal concepite imposte dal governo che favoriscono i veicoli elettrici rispetto ad altre tecnologie e ne impongono di fatto l’acquisto». L’ordine prevede poi che l’Agenzia per la protezione dell’ambiente adotti misure per ridurre i limiti di inquinamento dei gas di scarico di automobili, Suv e camion, definiti nel marzo 2024.
L’ordine prevede, inoltre, il ritiro degli standard di efficienza energetica per gli elettrodomestici, eliminando «le limitazioni alla scelta dei consumatori» dell’amministrazione Biden. L’ordine di Trump sostiene che la Casa Bianca deve agire «per salvaguardare la libertà del popolo americano di scegliere tra una varietà di beni ed elettrodomestici, tra cui, ma non solo, lampadine, lavastoviglie, lavatrici, piani cottura a gas, scaldabagni, servizi igienici e soffioni per doccia, e per promuovere la concorrenza di mercato e l’innovazione all’interno dell’industria manifatturiera e degli elettrodomestici».
Inoltre, dispone che sia avviata una «revisione immediata delle azioni che potenzialmente gravano sullo sviluppo delle risorse energetiche nazionali» e una sezione di revoca/revisione che abolisce 12 ordini esecutivi emessi da Biden, tra cui la creazione di un Ufficio di sostegno al cambiamento climatico.
L’ordine autorizza inoltre i direttori del Consiglio economico nazionale e dell’Ufficio per gli affari legislativi a preparare congiuntamente raccomandazioni al Parlamento federale che «facilitino la concessione di permessi e la costruzione di trasporti energetici interstatali e di altre infrastrutture energetiche fondamentali, compresi, ma non solo, gli oleodotti […] e forniscano maggiore certezza nel processo federale di concessione di permessi, compreso, ma non solo, lo snellimento della revisione giudiziaria».
Un’altra disposizione prende di mira le norme federali sulle emissioni di gas serra e metano recentemente elaborate, eliminando tutti gli studi e le analisi che le giustificavano, compresi quelli del Gruppo di lavoro interagenzie sul costo sociale dei gas serra, che l’ordine fa decadere. L’ordine chiede in particolare di eliminare il calcolo del «costo sociale dell’anidride carbonica» che «è caratterizzato da carenze logiche, da una scarsa base empirica, dalla politicizzazione e dall’assenza di un fondamento legislativo» e che sta mettendo l’economia degli Stati Uniti in una posizione di svantaggio. Richiede inoltre alle agenzie di fornire «stime per valutare il valore dei cambiamenti nelle emissioni di gas serra derivanti dalle azioni dell’agenzia».
Nell’aprile del 2024, l’EPA ha emanato nuovi e severi standard per le emissioni di gas a effetto serra che aumentano significativamente i costi per le centrali elettriche a carbone e per quelle investite nella generazione a gas di nuova costruzione e che, secondo le utilities e gli operatori della trasmissione elettrica, potrebbero rendere alcune centrali elettriche finanziariamente inutilizzabili.
La norma dell’Epa è stata impugnata e si attende presto un parere della corte d’appello competente, ma Trump potrebbe emettere un ordine esecutivo pee bloccare l’ordinanza fino alla sentenza del tribunale.
Il 12 novembre 2024, l’Epa, l’agenzia per l’ambiente, ha poi introdotto una nuova tassa sulle emissioni di rifiuti: le aziende che emettono metano oltre le 25.000 tonnellate annue di anidride carbonica dovranno pagare 900 dollari per tonnellata nel 2024, 1.200 dollari nel 2025 e 1.500 dollari nel 2026 e oltre.
Un’altra disposizione del presidente Trump pone fine al Green New Deal, e prevede che «tutte le agenzie sospendano immediatamente l’erogazione dei fondi già stanziati».
Questo ordine esecutivo dispone anche la revoca della sospensione delle esportazioni di gas naturale liquido decisa dall’amministrazione Biden, affermando che è nell’interesse pubblico, riguarda «l’impatto economico e occupazionale per gli Stati Uniti e l’impatto sulla sicurezza di alleati e partner».
Moratoria sull’eolico offshore
Sempre in materia di energia, un altro ordine sospende le «licenze in tutte le aree della piattaforma continentale offshore» relative all’energia eolica a livello nazionale. La moratoria rimarrà in vigore fino alla risoluzione delle «varie presunte carenze legali» nei regolamenti del governo federale in materia di leasing per i progetti eolici onshore e offshore.
Trump ha spesso espresso contrarietà alle pale eoliche e sembra intenzionato a bloccare ulteriori sviluppi dell’energia eolica nelle acque federali oltre alle 11 già approvate.
Dichiarazione di emergenza energetica nazionale
L’ordine esecutivo di Trump che dichiara un’«emergenza energetica nazionale» riguarda principalmente le infrastrutture energetiche necessarie per aumentare la produzione di carburante e di elettricità e la capacità di fornire energia per soddisfare la domanda.
L’ordine chiede di semplificare «l’identificazione, il leasing, lo sviluppo, la produzione, il trasporto, la raffinazione e la capacità di generazione degli Stati Uniti». Accusa inoltre le politiche della precedente amministrazione per la carenza di capacità, «troppo inadeguata a soddisfare le esigenze della nostra nazione», oltre a rappresentare«una minaccia reale per il popolo americano, che è colpito dai prezzi elevati dell’energia, ed è esacerbata dalla diminuita capacità della nostra nazione di difendersi da attori stranieri ostili».
L’ordine richiede a tutti i capi delle agenzie di «identificare le azioni pianificate o potenziali per facilitare l’approvvigionamento energetico della nazione che rientrino nel piano di emergenza» e autorizza il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito degli Stati Uniti a coordinare le «disposizioni di autorizzazione di emergenza».
Rescissioni, congelamento normativo
Questo ordine esecutivo di Trump cancella 78 azioni esecutive di Biden con un solo tratto di penna. La maggior parte di esse libera le agenzie federali dalla «divisiva e pericolosa gerarchia preferenziale» imposta dalle politiche di diversità, equità e inclusione (Dei) imposte da Biden, ma almeno 11 riguardano questioni specifiche dell’energia.
Due riguardano le concessioni di estrazione di petrolio e gas offshore: annullano gli ordini esecutivi di Biden che a dicembre hanno imposto restrizioni alle trivellazioni offshore su 625 milioni di acri, al largo delle coste orientali e occidentali, e chiedono un nuovo piano quinquennale di concessioni che offra più aste in più aree rispetto al piano adottato da Biden.
Tra le azioni esecutive più ampie e immediate di Trump, infine, spicca l’ordine alle agenzie di «non proporre o emanare alcuna norma in alcun modo […] finché un capo dipartimento o agenzia nominato o designato» da Trump non la approvi. L’azione richiede inoltre alle agenzie di «ritirare immediatamente» tutte le norme che non sono state finalizzate «in modo che possano essere riviste e approvate» da Trump o da un suo incaricato.