Kennedy dichiara guerra al business dei vaccini

di Redazione ETI/Zachary Stieber
5 Settembre 2025 18:07 Aggiornato: 8 Settembre 2025 23:38

Il ministro della Sanità americano Robert Kennedy ha dichiarato in un recente video: «I medici vengono pagati per vaccinare, non per valutare. Sono spinti a seguire i soldi, non la scienza». Parole forti, che hanno scatenato la reazione dei diretti interessati.

Negli Stati Uniti, i medici somministrano decine di vaccini ai bambini. E anche agli adulti. Diverse analisi confermano che esistono medici che traggono profitto dalle vaccinazioni. In un articolo del 2020, si analizzano tre anni di richieste di rimborso per vaccinazioni in cinque cliniche del Colorado; i giornalisti hanno rilevato che i rimborsi valevano media il 125 per cento dei costi, rendendo la somministrazione di vaccini «economicamente vantaggiosa in tutte le strutture». Un altro studio ha evidenziato che vari fornitori in North Carolina, ricevendo il massimo pagamento di rimborso da assicuratori o dal governo, ottenevano profitti dalle vaccinazioni ai pazienti; e anche in caso di rimborsi ridotti al minimo, le pratiche pediatriche e di medicina familiare registravano comunque saldi positivi.
D’altro canto, vi sono medici che sostengono che i costi per somministrare certi vaccini a determinate persone superino i rimborsi. In un sondaggio su 34 pediatri, ad esempio, più della metà ha dichiarato di non trarre profitto dalle vaccinazioni. Diversi professionisti hanno anche segnalato un aumento dei costi legati alle vaccinazioni, come quelli per il personale, spingendoli a interrompere o considerare di interrompere la fornitura di vaccini ai pazienti con assicurazione privata. I rimborsi per le vaccinazioni in America variano a seconda che i pazienti abbiano assicurazione privata o pubblica. Nell’ambito del programma vaccinale per i bambini, il governo federale fornisce gratuitamente i vaccini ai medici. Non copre i costi correlati, ma i medici possono addebitare una tariffa di somministrazione che, secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, aiuta «a compensare i costi operativi».

I medici possono però guadagnare denaro extra per le vaccinazioni attraverso programmi di incentivazione offerti dalle assicurazioni, come sottolineato da Brian Hooker, scienziato presso Children’s Health Defense – un’organizzazione presieduta da Robert Kennedy fino al 2023 – e da altri testimoni durante un’audizione a luglio sui vaccini tenuta dal senatore Ron Johnson: «Alcuni pediatri possono arrivare a guadagnare un milione all’anno, e anche di più, solo con quegli incentivi» ha dichiarato il dottor Hooker. Che ha indicato a The Epoch Times Usa i documenti raccolti da compagnie assicurative che elencano i bonus disponibili. Di seguito, una sintesi dei dati forniti dal dr. Hooker.

  • Blue Cross Blue Shield Blue Care Network of Michigan: 400 dollari per bambino che riceve un set di 24 o 25 dosi di vaccino entro o prima del secondo compleanno.
  • Aetna Better Health of Louisiana: da 10 a 25 dollari per membro, a seconda del livello di copertura vaccinale contro il Covid-19 a livello di struttura.
  • Molina Healthcare of Ohio: incentivo di 100 dollari per vaccinazione contro il Covid-19.
  • Anthem Blue Cross and Blue Shield Medicaid: 50 dollari per individuo di età pari o superiore a 6 mesi che ha ricevuto un vaccino contro il Covid-19 entro il 31 dicembre 2022.
  • United Healthcare Community Plan of Michigan: incentivi per pazienti che ricevono i vaccini contro meningococco, Tdap (tetano, difterite e pertosse) e Hpv entro il tredicesimo compleanno.
  • Meridian: fino a 120 dollari per bambino che riceve le 24 o 25 dosi entro il secondo compleanno, o per adolescenti che ricevono tre dosi specifiche entro il tredicesimo compleanno, con un tetto di 9.600 dollari per categoria
  • BlueCross BlueShield of Illinois: 149 dollari per ciascun bambino, se almeno il 63 per cento soddisfa i criteri, che ha ricevuto le 24 o 25 dosi di vaccino entro i 2 anni.
  • Central California Alliance for Health: bonus per bambini che ricevono almeno 24 dosi entro i 2 anni e le tre dosi specifiche prima dei 13 anni. I set di vaccini per cui i fornitori ricevono bonus sono raccomandati dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Il dottor Paul Thomas, medico che in passato gestiva una pratica pediatrica in Oregon, ha stimato una perdita di più di un milione di dollari all’anno causata dal fatto che lui desse un “consenso informato” ai pazienti, ovvero discutesse in modo dettagliato sui benefici e rischi dei vaccini. Il dottor Thomas – che ha lasciato l’Ordine dei medici nel 2022 dopo che la Commissione medica dell’Oregon ha stabilito che il suo calendario vaccinale “alternativo” rappresentava un “pericolo” – ha dichiarato di essere stato costretto a lavorare di più, congelare gli stipendi e imporre un costo amministrativo extra a ogni paziente, per coprire le entrate che perdeva somministrando meno vaccini rispetto a molte altre strutture: «Sarebbe quasi impossibile per le attuali pratiche pediatriche sopravvivere, se non del tutto impossibile, se dovessero improvvisamente perdere metà o tutti i soldi che incassano coi vaccini; per non parlare della catastrofe del perdere i bonus di ‘qualità’».

L’American Academy of Pediatrics sostiene che i medici non siano motivati dal denaro quando vaccinano i pazienti: «I pediatri non traggono profitto dai vaccini», ha dichiarato l’associazione in un post su X del 16 luglio. L’organizzazione ha rifiutato di rendere disponibile uno dei suoi esperti per un’intervista sull’argomento con The Epoch Times Usa. In risposta all’invio di vari studi – tra cui diversi pubblicati dalla rivista Pediatrics della Aap stessa – che mostrano come alcuni pediatri abbiano guadagnato dalle vaccinazioni, l’American Academy of Pediatrics ha risposto indicando una pagina del proprio sito che afferma: «I pediatri raccomandano i vaccini infantili perché sono uno dei nostri strumenti più efficaci per mantenere i bambini sani e prevenire la diffusione delle malattie nelle comunità». La pagina afferma anche: «I pediatri spesso sostengono costi significativi per fornire le vaccinazioni necessarie ai pazienti, e i pagamenti minimi che ricevono non sempre coprono questi costi». Tra i costi citati figurano l’acquisto e lo stoccaggio dei vaccini.

Il dottor Todd Porter, pediatra dell’Illinois, dice di non badare al guadagno dalle vaccinazioni ai bambini: «Come pediatra, la mia raccomandazione dei vaccini infantili di routine non ha nulla a che fare con eventuali rimborsi che il mio studio possa ricevere». Il dr. Porter afferma di essere sempre stato motivato, negli oltre 20 anni di lavoro come medico, a fornire vaccini per minimizzare le malattie prevenibili con vaccino, ma di non aver mai raccomandato i vaccini contro il Covid-19, e di ritenere che Cdc e Aap non abbiano fornito dettagli adeguati su rischi e benefici di questi ultimi. In ogni caso continua a «raccomandare i vaccini infantili storici di routine» ma senza insistere, spiega il pediatra, vista la crescente esitazione a vaccinare tra i genitori. «Ho anche smesso di raccomandare generalmente il vaccino antinfluenzale finché non vedrò dati più rigorosi che dimostrino che funziona davvero» ha poi aggiunto il medico.

Negli ultimi anni, i tassi di vaccinazione tra i bambini in età da asilo sono diminuiti, e un terzo dei genitori in un recente sondaggio ha detto che rifiuterà alcuni o tutti i vaccini per i propri figli. Recentemente, il ministro della Sanità americano Kennedy ha parlato diverse volte dei soldi che girano attorno alle campagne di vaccinazione. In un’intervista rilasciata a giugno al famoso giornalista politico Tucker Carlson, Kennedy ha menzionato un articolo che affermava che metà delle entrate per la maggior parte dei pediatri proviene dai vaccini. «Il vostro pediatra, se dite ‘io voglio andarci piano con i vaccini’ oppure ‘io voglio un calendario un po’ diverso’, vi caccia dal suo studio, perché state mettendo a repentaglio i suoi bonus» ha poi detto Kennedy, «e questi sono tutti incentivi perversi che impediscono ai medici di praticare realmente la medicina e curare il paziente, perché badano ai soldi». Il 21 per cento dei pediatri ha dichiarato agli intervistatori di aver allontanato famiglie che rifiutavano uno o più vaccini, come riportato dal dottor Sean O’Leary, attuale presidente del Comitato sulle malattie infettive dell’American Academy of Pediatrics, in uno studio del 2015. Un’indagine del 2020 condotta con O’Leary ha rilevato che l’allontanamento delle famiglie da parte dei medici «sembra aumentare quale strategia per gestire il rifiuto vaccinale». Alcuni pediatri americani a volte inviano lettere con espressioni del tipo: “È diventato chiaro come le nostre filosofie riguardo alla cura medica differiscano notevolmente”, per poi continuare invitando  i genitori a cercarsi un altro pediatra. In un’analisi del 2024, l’American Academy of Pediatrics ha osservato che sull’allontanamento delle famiglie gravano questioni etiche, tra cui l’obbligo del medico di curare qualunque paziente senza fare discriminazioni di sorta.

Robert Kennedy, nel video su X dell’8 agosto, ha dichiarato: «Stiamo scandagliando ogni angolo del sistema sanitario alla ricerca di incentivi nascosti che corrompano il giudizio medico», aggiungendo che i funzionari della Sanità statunitense hanno scoperto «che i medici vengono pagati per vaccinare, non per valutare», e che per oltre 36 mila medici erano stati modificati i rimborsi da Medicare in base ai tassi di vaccinazione dei bambini. E ancora: «i medici devono essere guidati dal giuramento di Ippocrate, non da incentivi finanziari né da obblighi imposti dal governo». Kennedy ha poi concluso: «è per questo che stiamo cambiando queste politiche. E questo è solo l’inizio».