Istituto Confucio in Russia minacciato di chiusura

2 Agosto 2015 14:45 Aggiornato: 27 Gennaio 2025 11:36

In Russia l’Istituto Confucio, un controverso ramo dell’apparato diplomatico del regime cinese, è sotto pressione. I pubblici ministeri della città di Blagoveshchensk, nell’estremità più orientale del Paese, stanno richiedendo la chiusura della sede locale poiché non si è registrata correttamente alle autorità.

Il 27 luglio, secondo quanto riporta il Moscow Times, un pubblico ministero di Blagoveshchensk ha detto in una denuncia al tribunale della città che la filiale dell’Istituto Confucio collocata all’interno dell’Università Pedagogica di Stato (Bspu) dovrebbe essere formalmente registrata come centro culturale straniero. Ha aggiunto che l’istituto sta attualmente violando la legge russa, in quanto essendo registrato come organizzazione non commerciale sta eludendo il pagamento delle tasse quando assume gli insegnanti stranieri. Secondo il sito web dell’Istituto Confucio, presso la struttura di Blagoveshchensk sono impiegati 11 insegnanti cinesi madrelingua, dei quali quattro sono volontari.

Secondo una dichiarazione pubblicata su Amur.info, un sito web di notizie locali, la Bspu ha affermato in risposta che l’istituto, che è parte di un progetto congiunto con un’università nella vicina città settentrionale cinese di Heihe, è integrato nella sua stessa organizzazione. Inoltre la Bspu ha dichiarato che «le attività dell’istituto non costituiscono alcuna minaccia per la struttura sociale e politica della Russia».

Tuttavia negli ultimi due anni gli istituti didattici della Russia e di altri Paesi sono giunti a una conclusione molto diversa riguardo agli Istituti Confucio. Questo è un programma di promozione della cultura e della lingua cinese gestito e finanziato da Pechino, che fin dalla sua istituzione nel 2004 viene integrato con le università e le scuole dei Paesi esteri.

A dicembre 2014 l’Università di Stoccolma ha annunciato la chiusura del suo Istituto Confucio, che era stato istituito nel 2005. La ragione è che questa università aveva migliori collegamenti con la Cina tali da rendere l’istituto ridondante e ha sostenuto che la pratica di permettere a un istituto finanziato da stranieri di essere parte dell’ateneo era «discutibile».

Tra il 2013 e il 2014 anche diversi college del Nord America – l’Università di Chicago e la Pennsylvania State University negli Stati Uniti, e l’Università McMaster e l’Università di Sherbrooke in Canada – hanno tagliato i legami con i loro Istituti Confucio, dopo che alcune controversie locali hanno apertamente messo in risalto la natura politica delle strutture.

Nel 2010 un’università nella repubblica di Sakha, all’estremità più orientale della Russia, ha chiuso il proprio Istituto Confucio perché aveva riscontrato che «stava promuovendo la penetrazione dell’ideologia e l’espansione dell’economia cinese nel territorio russo», secondo il quotidiano russo The Businessman.

Il Partito Comunista Cinese stesso ha ammesso che gli Istituti Confucio sono parte del piano del regime di utilizzare il soft power all’estero – l’ex capo della propaganda del partito Li Changchun ha affermato che sono «una parte importante nell’istituzione della propaganda cinese all’estero». Dal momento che la retorica e la visione del mondo del Partito Comunista – la considerazione di Taiwan come parte della Cina continentale, le critiche nei confronti del Dalai Lama, l’etichettatura degli attivisti uiguri per i diritti umani come ‘terroristi’ – vengono diffuse negli altri Paesi sotto la parvenza di cultura, molti politologi hanno paragonato gli Istituti Confucio a un Cavallo di Troia cinese.

Gli Istituti Confucio esportano anche la censura del Partito e ne è un esempio la discriminazione dei praticanti del Falun Gong, una disciplina meditativa cinese che è perseguitata in Cina dal 1999. Il caso più rilavante è quello di Sonia Zhao, un ex insegnante dell’Università McMaster, alla quale per ottenere l’incarico è stato richiesto di firmare una dichiarazione con la quale si impegnava a non praticare più il Falun Gong.

I ministeri dell’Istruzione russo e quello cinese hanno discusso il caso a Pechino il giorno stesso che è stato presentato in tribunale, ha detto il direttore dell’istituto Nikolai Kukharenko al Moscow Times. Non è chiaro se al momento sia stata raggiunta una decisione di alcun tipo, tuttavia il caso riprenderà nuovamente il 4 agosto.

Articolo in inglese: ‘Confucius Institute in Russia Threatened With Closure in Legal Case

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