L’esercito israeliano ha chiesto domenica ai palestinesi di evacuare alcune aree del nord di Gaza in vista di un’intensificazione degli scontri con Hamas. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, avrebbe dovuto tenere colloqui nel corso della giornata per valutare i progressi dell’offensiva israeliana. Un alto funzionario della sicurezza ha riferito a Reuters che l’esercito informerà Netanyahu che la campagna militare è vicina al raggiungimento dei suoi obiettivi, avvertendo però che un’espansione dei combattimenti in nuove aree di Gaza potrebbe mettere a rischio la vita degli ostaggi israeliani ancora detenuti.
In un comunicato diffuso su X e attraverso messaggi inviati a numerosi abitanti dell’area, l’esercito israeliano ha invitato la popolazione delle zone settentrionali dell’enclave a dirigersi verso sud, nell’area di Al-Mawasi, a Khan Younis, designata da Israele come zona umanitaria, anche se i funzionari palestinesi e delle Nazioni Unite sostengono che nessuna parte di Gaza possa essere considerata sicura.
«Le Forze di difesa israeliane stanno operando con estrema determinazione in queste aree, e le operazioni militari si intensificheranno, si espanderanno e si spingeranno verso ovest, fino al centro della città, per annientare le capacità delle organizzazioni terroristiche», ha dichiarato l’esercito.
L’ordine di evacuazione riguarda l’area di Jabalia e la maggior parte dei distretti di Gaza City. I bombardamenti dell’esercito israeliano, dice Reuters, si sono intensificati nelle prime ore del mattino di domenica 29 a Jabalia, distruggendo diverse abitazioni e causando la morte di almeno sei persone. L’escalation militare si verifica mentre i mediatori arabi, Egitto e Qatar, con il sostegno degli Stati Uniti, avviano un nuovo tentativo di negoziare un cessate il fuoco per fermare il conflitto, che dura da venti mesi, e ottenere la liberazione degli ostaggi israeliani e stranieri ancora nelle mani di Hamas.
L’interesse per una risoluzione del conflitto a Gaza è cresciuto dopo i bombardamenti americani e israeliani contro le strutture nucleari iraniane.
Cresce anche la preoccupazione per la distribuzione degli aiuti umanitari ai gazawi nell’enclave devastata. Negli ultimi mesi, centinaia di palestinesi sono stati uccisi nelle vicinanze delle aree dove venivano distribuiti generi alimentari, secondo quanto riferito da ospedali locali e funzionari.
Un rappresentante di Hamas ha dichiarato a Reuters di aver comunicato ai mediatori la propria disponibilità a riprendere i colloqui per un cessate il fuoco, ma ha ribadito le sue condizioni imprescindibili: qualsiasi accordo dovrà prevedere la fine della guerra e il ritiro delle forze israeliane dal territorio costiero. Hamas si è detto disposto a liberare gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, venti dei quali si ritiene siano ancora in vita, ma solo nell’ambito di un accordo che ponga fine al conflitto. Israele, invece, sostiene che la guerra potrà terminare solo con il disarmo e lo smantellamento di Hamas, che però rifiuta di deporre le armi.