Israele pronto a annientare Hamas e radere al suolo Gaza City

di Redazione ETI/Epoch Israele
25 Agosto 2025 19:17 Aggiornato: 26 Agosto 2025 9:58

Da quando il Gabinetto di sicurezza israeliano ha deciso di prendere il controllo di Gaza City, tra gli abitanti della Striscia, e in particolar modo tra i dirigenti di Hamas, ha iniziato a serpeggiare la paura. Alti funzionari del movimento Fatah a Gaza, in contatto con i dirigenti di Hamas, affermano che questo sia stato il motivo principale per cui Hamas ha accettato l’offerta dei mediatori di un accordo parziale e di un cessate il fuoco di 60 giorni. l’obiettivo di Hamas sarebbe quello di ostacolare l’azione israeliana e di guadagnare tempo per ristabilire il proprio controllo nella Striscia di Gaza.

Secondo fonti israeliane di Epoch Israele, essendo Gaza City il luogo dove si concentrano i quartier generali militari e civili di Hamas, la sua conquista sarebbe estremamente significativa. A Gaza City si troverebbe anche Izz ad-Din al-Haddad, l’attuale comandante dell’ala militare di Hamas, che ha sostituito Muhammad Sinwar dopo la sua uccisione – insieme al suo vice Ra’ad Sa’d – da parte di Israele. Le stesse fonti sottolineano che dall’inizio dell’Operazione Gideon’s Chariots II, la paura fra i palestinesi è aumentata perché vi è la percezione che si tratti di un’escalation di una guerra che già si sta dimostrando molto cruenta (come tutte le guerre, purtroppo). Sempre secondo le fonti della nostra consociata Epoch, Gaza City costituisce la roccaforte politica, economica, mediatica e sociale della Striscia di Gaza. Conquistare Gaza City, quindi, equivale a conquistare tutta la Striscia.

Dall’inizio delle operazioni di terra nella Striscia di Gaza – iniziate dopo l’attacco terroristico di Hamas che ha ucciso più di mille persone il 7 ottobre 2023 – Israele ha condotto una lunga serie di operazioni militari in tutta la città. I quartieri orientali di Gaza City, in particolare gran parte del quartiere di a-Zaytoun, così come i quartieri di Ja’a’ya e Tufah, sono tra le aree più gravemente colpite. Seguono il quartiere di Tel al-Hawa nel sud-ovest e parti del quartiere di a-Rimal a ovest. E danni parziali sono già stati causati anche ad altri quartieri della città, come a-Darj, la Città Vecchia, a-Samar, a-Nafak, a-Nasr, Sheikh Radwan e il campo profughi di Shati nel nord della città.
La maggior parte degli abitanti di Gaza e della Striscia settentrionale è stata costretta a fuggire verso il centro e il sud della Striscia. Si tratta di circa un milione di persone. Il recente accordo sulla presa degli ostaggi e il cessate il fuoco avevano consentito il loro ritorno a casa. Molti dei rimpatriati avevano allestito delle tende nelle zone dove abitavano prima di fuggire (e prima che le loro case venissero rase al suolo).

Fonti governative di alto livello affermano che il timore più grande di Hamas sia che i militari israeliani distruggano tutte le sue infrastrutture militari di comando a Gaza City e che circa un milione di civili palestinesi – che a Hamas servono come scudi umani – siano costretti a lasciare la città. I civili palestinesi, d’altronde, sono già ammassati nelle zone centrali e occidentali, e non c’è alcun posto dove evacuarli né all’interno della città né nel nord della Striscia, che ormai è diventata una zona militare sotto il totale controllo israeliano. Hamas teme quindi che questa volta lo sfollamento dei residenti da Gaza City sia del tutto definitivo, il che consentirebbe a Israele di usare questo come “merce di scambio” per ottenere la restituizione dei rapiti israeliani in cambio del ritorno dei soli abitanti di Gaza City.
Ma, in parallelo, anche l’annuncio del ministro della Difesa israeliano Yisrael Katz – che venerdì scorso ha dichiarato: «Gaza City sarà come Rafah e Beit Hanoun” – sta suscitando grande preoccupazione a Gaza City. I civili palestinesi ora temono che Israele sia determinato a trasformare Gaza City in un cumulo di macerie per costringerli a emigrare.


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