Il terrorismo degli Houthi è un pericolo per l’Occidente e aiuta la dittatura cinese

di Anders Corr per et usa
26 Agosto 2025 10:35 Aggiornato: 26 Agosto 2025 10:35

Il 17 agosto, motovedette israeliane hanno colpito una centrale elettrica in Yemen, in quella che appare come una ritorsione contro i leader Houthi. Gerusalemme si è giustificata affermando che dal 2023, gli Houthi hanno lanciato oltre cento missili balistici e decine di droni armati contro Israele. Come a sottolineare tale giustificazione, il giorno successivo gli Houthi hanno risposto con un attacco missilistico ipersonico contro l’aeroporto internazionale Ben Gurion, vicino a Tel Aviv.
Gli Houthi controllano i due terzi della popolazione yemenita, coordinandosi con altre organizzazioni terroristiche, tra cui Hamas, Hezbollah e il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniano. Questa organizzazione yemenita affiliata all’Iran impiega spesso missili balistici e droni non solo per attaccare Israele, ma anche per affondare navi commerciali nel Mar Rosso, collegato al Canale di Suez. Evidentemente, per perseguire questi obiettivi, l’Iran fornisce agli Houthi missili antinave, antiaerei e da crociera, e armi chimiche.
Durante gli attacchi aerei statunitensi della primavera scorsa contro gli Houthi, i terroristi hanno spesso preso di mira navi militari americane, riuscendo ad abbattere sette droni Reaper statunitensi. Gli Houthi hanno catturato inoltre navi commerciali, prendendo in ostaggio gli equipaggi. Il 18 agosto è emerso un rapporto secondo cui gli Houthi hanno rifornito i militanti nelle province occidentali dello Yemen con munizioni, inclusi missili e sistemi radar, per proseguire gli attacchi contro il traffico marittimo internazionale.

Nella bandiera Houthi c’è scritto: “Morte agli Stati Uniti, morte a Israele” e “Maledizione agli ebrei”. Quindi è evidente quale sia il loro intento. Secondo il governo yemenita, alleato degli Stati Uniti, «gli Houthi non mostrano desiderio di pace perché vivono di guerra». Il ministero degli Esteri ha aggiunto che «il ruolo dell’Iran è fondamentale nel tenerli ancorati a queste posizioni». Il conflitto in Yemen, letale per i civili di entrambe le parti, persiste perché l’Iran dissuade gli Houthi dal fare concessioni.

Gli Houthi ottengono gran parte del loro equipaggiamento militare dall’Iran e la tecnologia militare a duplice uso dalla Cina. Pechino contribuisce all’esportazione di tecnologia satellitare, droni e attrezzature per la produzione di armi verso i terroristi, apparentemente in cambio del passaggio libero per le sue navi nel Mar Rosso, aumentato dell’85% dal 2023, inclusi tanker ombra che riforniscono le raffinerie indipendenti cinesi con petrolio sanzionato da Russia e Iran. Attualmente, il 60% del commercio tra Europa e Cina transita per il Mar Rosso, e sarebbe altrimenti vulnerabile agli attacchi Houthi durante il passaggio nello stretto di Bab al-Mandab. Le navi occidentali che evitano il Mar Rosso doppiando il Capo di Buona Speranza in Sudafrica prolungano di circa due settimane il viaggio, aumentando di un milione di dollari per nave la spesa per il carburante e del 30% i costi generali. Questo dà alle compagnie di navigazione cinesi un vantaggio strategico sui concorrenti occidentali, giapponesi e sudcoreani.

Il Partito comunista cinese accoglie con evidente favore gli attacchi Houthi alle navi statunitensi e alleate, che compromettono il commercio internazionale occidentale e esercitano una pressione al ribasso sull’influenza commerciale e sulla crescita del Pil dell’Occidente. Nel gennaio 2024, il Pcc si è astenuto da una risoluzione delle Nazioni Unite che condannava gli Houthi per i loro attacchi.
Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa degli Stati Uniti per le politiche nel 2024, ha dichiarato: «Perché la Cina dovrebbe aiutarci a risolvere il problema Houthi quando è evidente quanto ci distragga e indebolisca?». Le forze armate statunitensi sono almeno in parte distolte dagli «interessi centrali» del Pcc, come Taiwan e il Mar Cinese Meridionale. Durante gli attacchi primaverili agli Houthi, nella regione erano presenti due formazioni da battaglia di portaerei statunitensi. Le Nazioni Unite si sono rivelate controproducenti nel gestire gli Houthi: circa la metà del personale Onu detenuto a livello mondiale è loro ostaggio.
Un accordo Onu ha concesso agli Houthi il controllo del principale porto occidentale dello Yemen, facilitando i loro attacchi al traffico marittimo internazionale. Inoltre, le Nazioni Unite versano 450 mila dollari al mese per le operazioni di una petroliera controllata dagli Houthi, che funge da deposito di carburante in mare per terroristi, polo logistico e punto di trasbordo per petrolio russo sanzionato. La dinamica è una perpetua condizione di ostaggio ambientale, in cui l’affondamento della petroliera causerebbe una fuoriuscita di petrolio. La nave dovrebbe essere acquisita dalla Marina statunitense, spostata e venduta, e i proventi destinati a finanziare le operazioni navali statunitensi e alleate nella regione.

Gli Houthi, insieme a Cina, Russia e Iran, mirano a far saltare l’ordine internazionale basato sul diritto per predare più facilmente i vicini e le rotte marittime internazionali. Il Pcc sta deliberatamente complicando la navigazione statunitense e alleata in aree come il Mar Rosso attraverso il sostegno al terrorismo. Questo rafforza le compagnie di navigazione associate a regimi autoritari e indebolisce quelle legate alle democrazie.

Se Washington continuerà a permettere a Pechino e ai suoi alleati di farla franca in cambio di accordi commerciali a breve termine tra Stati Uniti e Cina, l’ascesa della Cina e il relativo controllo sulla navigazione internazionale, diventeranno sempre più inevitabili. Dazi ad ampio spettro e sanzioni contro la Cina dovrebbero essere legati a una completa cessazione del sostegno di Pechino agli Houthi, inclusi quelli attraverso Paesi terzi come l’Iran. Fino a quel momento, le forze armate statunitensi e alleate hanno ogni giustificazione per riprendere il controllo di qualsiasi possesso Houthi, compresa la nave Onu e il porto occidentale dello Yemen.


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