Il Covid continua a flagellare (solo) la Cina

di REDAZIONE ETI/Mary Man
25 Maggio 2025 10:41 Aggiornato: 25 Maggio 2025 17:26

Mentre in Occidente il Covid è un (brutto) capitolo chiuso della Storia recente, la Cina sta facendo i conti con una nuova ondata di epidemia influenzale Covid. I pazienti segnalano sintomi di un forte dolore alla gola. Il dottor Zhong Nanshan, uno dei più importanti pneumologi ed epidemiologi della Cina, ha dichiarato che in questa ondata il sintomo caratterizzante è la sensazione delle “lame di rasoio in gola”, accompagnato da una forte tosse.

Il dottor Li Tongzeng, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale You’an di Pechino, ha dichiarato agli organi di propaganda del regime che la nuova ondata di Covid, iniziata a marzo, dovrebbe raggiungere il picco a fine maggio. Secondo Zhong, la variante dominante in questa ondata è l’Omicron XDV, altamente trasmissibile ma relativamente meno potente. I sintomi includono febbre, mal di testa, stanchezza, bruciore alla gola e una forte tosse. Il dottor Zhong ritiene che l’epidemia sia ancora nella «fase di crescita» e dovrebbe durare da sei a otto settimane, per poi attenuarsi entro la fine di giugno.

Molte persone hanno descritto le loro esperienze con questa nuova variante su Weibo, un social strettamente monitorato dal regime cinese. Tra i commenti, un utente ha affermato che «qualche giorno fa, all’ora di pranzo, una collega tossiva così forte che pensava si stesse strozzando con il cibo, ma era il Covid. Altri hanno scritto: «Ho come delle lame di rasoio in gola e mi sento a pezzi»; un altro: «Questa nuova ondata di Covid è terrificante: gola gonfia e dolorosa, riesco a malapena a parlare». Un’abitante di Pechino, infetta da quasi 10 giorni, ha raccontato all’edizione cinese di The Epoch Times: «Ho avuto diversi sintomi tra cui febbre, mal di gola, catarro con tracce di sangue, sangue dal naso e tosse, starnuti, vertigini e zero energia. È orribile. Una volta ho starnutito e il naso ha iniziato a sanguinare, mi sono spaventata a morte. Questa ondata di Covid è orribile».

IL PCC NASCONDE I DATI

Il regime cinese è da tempo accusato di nascondere i dati sulle epidemie, in particolare sul numero dei decessi. Sebbene l’aumento dei casi di Covid sia stato un argomento di tendenza su Weibo, la propaganda della dittatura cinese ha minimizzato l’epidemia e gli esperti hanno notato che le autorità hanno evitato di proposito di rilasciare i veri dati sull’epidemia.

Il dottor Jonathan Liu, professore al Canadian College of Traditional Chinese Medicine e direttore della Kang Mei Tcm Clinic, a sua volta scettico sui dati rilasciati dalla Sanità, ha dichiarato che i dati ufficiali di marzo riportano solo sette morti per Covid in quel mese, ma che anche solo con una normale epidemia «un numero di morti così basso è impossibile. Il Canada, che ha una popolazione sparsa e gode di ottime condizioni sanitarie, e ha riportato 1.915 morti di Covid da agosto dello scorso anno a maggio di quest’anno, ovvero oltre 200 al mese. Come è possibile che la Cina, la cui popolazione è esponenzialmente maggiore, abbia solo sette morti al mese?». Secondo i dati “ufficiali” della Sanità cinese (per quello che valgono), i casi ambulatoriali e di emergenza sono passati dal 7,5% al 16,2%, mentre i casi gravi di infezioni respiratorie sono aumentati dal 3,3% al 6,3%.

Anche il dottor Xiaoxu Sean Lin, professore di Scienze Biomediche al Feitian College di New York ha affermato che il regime cinese non ha riportato i dati più importanti, perché i dati che ha fornito mostrano solo l’aumento del tasso di positività al nuovo coronavirus, omettendo quattro fattori importantissimi: il numero di casi confermati, il numero dei casi di ospedalizzazione, i casi gravi e i tassi di mortalità. Questi dati sono essenziali per comprendere la reale portata dell’epidemia, ma naturalmente il regime comunista cinese li nasconde.

 

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