Gli Usa hanno il potere di mettere in ginocchio la Cina

di Redazione ETI
1 Aprile 2025 18:09 Aggiornato: 1 Aprile 2025 18:09

Il Partito Comunista Cinese ha varato nuove norme per rispondere alle sanzioni degli Stati Uniti, una strategia che secondo gli esperti potrebbe spingere ancora più forte l’esodo del capitale straniero. Il 24 marzo scorso, il Consiglio di Stato cinese ha pubblicato l’ordine intitolato «Attuazione della Legge anti-sanzioni straniere della Repubblica Popolare Cinese», che detta misure precise per applicare la legge annunciata nel giugno 2021.

Wu Shaoping, avvocato per i diritti umani basato negli Stati Uniti ed ex legale cinese, sostiene che questi “regolamenti” siano un’arma del regime cinese per contrastare le sanzioni americane. «A livello mondiale, solo gli Stati Uniti hanno la forza per influire sulle violazioni dei diritti umani, sulle infrazioni alle norme internazionali o sulle leggi Americane e del diritto internazionale. Gli Stati Uniti sono in grado di mantenere e stabilire l’ordine mondiale».

«Solo l’America può imporre sanzioni internazionali oggi, L’Unione Europea è troppo debole».

«Il Pcc è conosciuto per i suoi gravi errori, lo sappiamo tutti. Spesso finisce nel mirino delle leggi americane per le sue violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Per me, questa legge punta dritta agli Stati Uniti».

David Huang, ricercatore economico e commentatore negli Stati Uniti, vede in queste norme una reazione del Pcc alle pressioni esterne: «Riflette il tentativo di Pechino di usare un approccio riconosciuto a livello internazionale per difendere i suoi interessi politici e di sovranità nazionale contro le sanzioni».

Il 7 marzo, lo stato del Missouri ha vinto una ricorso, ottenendo un risarcimento dal Pcc, il quale ha tentato di nascondere la contagiosità della pandemia. Con una richiesta di 24 miliardi e 500 milioni di dollari, il Missouri ha inoltre annunciato la confisca di terreni e altri beni cinesi sul suo territorio, per saldare il conto. «La Cina, davanti alle crescenti tensioni geopolitiche, ha scelto di rafforzare i suoi strumenti legali per affrontare diverse sfide in futuro», ha commentato David Huang.

LA CONFISCA DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE

Gli analisti delle nuove normative, composte da 22 articoli in totale, si concentrano sull’articolo 7, che richiama l’articolo 6 della “Legge anti-sanzioni straniere”. Questo articolo stabilisce che «le misure di confisca e detenzione saranno attuate dai dipartimenti del Consiglio di Stato competenti, tra cui sicurezza pubblica, finanza, risorse naturali, trasporti, dogana, supervisione del mercato, regolamentazione finanziaria, proprietà intellettuale e altre autorità, secondo i rispettivi poteri».

L’articolo 6, comma 2, include «altri tipi di beni come contanti, strumenti negoziabili, depositi bancari, titoli, quote di fondi, azioni, crediti e diritti di proprietà».

Per Wu, questo articolo permette al Pcc di sequestrare apertamente la proprietà intellettuale delle aziende straniere. «Molte imprese straniere in Cina portano con sè brevetti registrati negli Stati Uniti o a livello internazionale. Con questa misura, posso appropriarsi della proprietà intellettuale senza problemi», ha dichiarato.

David Huang concorda: l’articolo 7 colpisce duro le imprese straniere, anche senza investimenti fisici in Cina. «Molti investitori o entità politiche straniere non hanno grandi beni da congelare in Cina» dice «ma se confischi la proprietà intellettuale, come quella di Windows, inclusi software, marchi o brand, e di conseguenza scattano delle sanzioni, questi prodotti rischiano il divieto in Cina. Persino la loro pubblicità potrebbe essere bandita, mettendo in ginocchio interi settori».

Per gli analisti, il livello di rischio per loro sale alle stelle. Molte aziende si basano su ricerca, sviluppo e proprietà intellettuale per conquistare i mercati. Se in Cina la tua proprietà intellettuale può essere confiscata a piacimento, viene a mancare ogni sicurezza: è come vedersi sottratto il motore dei propri profitti. Con le attuali normative, le aziende estere in Cina non possono più tutelare i propri  beni: decide tutto il Pcc. Il rischio di lavorare in Cina, quindi, è diventato eccessivo.

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