Dalla fine di maggio oltre 10 mila cittadini cinesi hanno presentato le loro denunce penali contro Jiang Zemin, ex capo del Partito Comunista. Secondo un ex direttore di una rivista cinese pro-democrazia, si tratta di una mossa lodevole, ma che necessita del sostegno globale per garantire la sicurezza di questi cittadini.
«Sostengo fermamente l’azione dei praticanti del Falun Gong [una disciplina spirituale perseguitata in Cina dal 1999, ndt], in particolar modo perché è stata avviata dai praticanti della Cina continentale», ha detto Hu Ping in un’intervista a Epoch Times. Il signor Hu, 67 anni, ha fondato la Primavera di Pechino, un’importante rivista online in lingua cinese pubblicata al di fuori della Cina. La Primavera di Pechino parla di temi come il movimento per la democrazia in Cina, la giustizia sociale e le questioni attinenti ai diritti civili.
Hu ritiene che la campagna di denuncia contro Jiang Zemin otterrà l’attenzione della società cinese e potrebbe portare i cittadini a manifestare una disapprovazione pubblica nei confronti della persecuzione del Falun Gong.
Negli ultimi due mesi i praticanti del Falun Gong che hanno denunciato Jiang l’hanno accusato di crimini contro l’umanità e genocidio. In questa ondata di querele, il praticante del Falun Gong Zhang Zhaosen è stato il primo a rimanere illeso dopo aver consegnato la sua petizione a un pubblico ministero.
Prima di Zhang, il tentativo di avvalersi del sistema giudiziario cinese per punire un leader del Partito di alto livello era una cosa impensabile, soprattutto per una categoria di persone perseguitata come i praticanti del Falun Gong. Poco più di un anno dopo il 1999, anno in cui Jiang aveva iniziato la sua campagna per perseguitare il Falun Gong, due praticanti avevano sporto le loro denunce contro Jiang. Uno dei due è stato torturato a morte in carcere, mentre all’altro è stato condannato a cinque anni e in carcere gli sono stati estratti tutti i suoi denti, come metodo di tortura.
Adesso i cittadini cinesi stanno presentando queste denunce penali con un pizzico di rappresaglia – un «fenomeno senza precedenti», secondo quanto afferma un funzionario che ha defezionato dal Partito – e le massime istituzioni giuridiche cinesi stanno accettando queste denunce.
Poiché è ancora «molto rischioso» per i praticanti del Falun Gong in Cina richiedere apertamente che il loro capo persecutore venga ritenuto responsabile delle sue azioni, Hu Ping sta promuovendo la notizia sia in Cina che all’estero, per garantire la sicurezza dei querelanti. La sicurezza è sempre stata una questione di vita o di morte per queste persone, dal momento che oltre 3.800 sono state torturate fino alla morte, per non parlare delle centinaia di migliaia che sono state arrestate e maltrattate, secondo quanto riporta Minghui, sito web che riporta informazioni di prima mano sul Falun Gong.
Hu sostiene che in Cina, a causa della censura imposta dal regime, non tutti sono consapevoli che è in atto una campagna per incriminare Jiang. Le persone all’estero possono aiutare a diffondere la notizia attraverso internet con lo scopo di «diminuire la situazione di pericolo che i praticanti del Falun Gong della Cina continentale si trovano a dover fronteggiare», dice Hu.
Hu sa che alcune persone stanno ancora «facendo eco alla diffamazione del Partito contro il Falun Gong» anche a 16 anni dopo l’inizio della campagna di diffamazione. In conclusione ha detto: «La questione è se le persone hanno o meno le libertà fondamentali di credo e di espressione». La «sfacciata brutalità» del Partito nei confronti di coloro che mantengono la loro fede «dovrebbe essere fermamente contestata da tutti».
Ricerca di Luo Ya.
Articolo in inglese: ‘Magazine Editor: Lawsuits Against Former Party Leader Need World’s Attention‘