Braccio di ferro Usa-Iran sul nucleare

di Redazione ETI/Bill Pan
1 Aprile 2025 9:33 Aggiornato: 1 Aprile 2025 9:33

Il 27 marzo Abbas Araghchi, ministro degli Esteri della Repubblica Islamica, ha confermato che l’Iran, tramite l’Oman, ha inviato una risposta alla lettera del presidente Trump chiedendo di negoziare un nuovo accordo sul nucleare. «Abbiamo risposto ufficialmente a Trump e abbiamo espresso in modo chiaro e completo le nostre posizioni sulla situazione attuale», ha dichiarato Araghchi all’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna.

All’inizio del mese, Trump aveva inviato una lettera alla guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei. Sebbene il testo non sia stato divulgato, il presidente ha dichiarato di aver proposto colloqui diretti tra gli Stati Uniti e l’Iran per risolvere pacificamente le tensioni legate al programma nucleare di Teheran.

Il 7 marzo, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha ribadito che l’Iran non deve in alcun modo entrare in possesso di armi nucleari e ha suggerito che un’intesa potrebbe anche implicare il petrolio iraniano. Il presidente americano ha poi avvertito che, in caso contrario, la via militare resta valida; «Io spero che si arrivi a un accordo di pace» ha però dichiarato, Trump.

Secondo un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, pubblicato nel novembre 2024, l’Iran starebbe accrescendo le proprie scorte di uranio arricchito a un livello tale da poter costruire un’arma.

A febbraio, il presidente ha firmato un memorandum per ripristinare la politica di «massima pressione» nei confronti dell’Iran. Questa strategia, già adottata durante il suo primo mandato, mira a bloccare l’accesso di Teheran alle armi nucleari, limitare il suo programma missilistico e a fermare il sostegno iraniano alle organizzazioni terroristiche.

Il memorandum presidenziale ordina ai ministeri del Tesoro e degli Esteri di «azzerare le esportazioni di petrolio iraniano, tra cui quelle verso la Repubblica Popolare Cinese», e dispone che il Tesoro impedisca all’Iran di utilizzare il sistema finanziario iracheno per aggirare le sanzioni e assicuri che i Paesi del Golfo non diventino punti di transito per il petrolio iraniano.

Nel frattempo, Khamenei ha escluso con fermezza la possibilità di negoziati diretti con Washington, sostenendo che Teheran non intende trattare con «governi prepotenti»

«Questi negoziati non servono a risolvere i problemi. Il loro scopo è imporre il loro dominio», ha dichiarato l’8 marzo durante un discorso per il Ramadan. Senza menzionare esplicitamente gli Stati Uniti, Khamenei ha accusato certe nazioni di voler interferire non solo con le ambizioni nucleari iraniane, ma anche di minare le sue capacità difensive e la sua influenza sulla scena internazionale: «I negoziati sono per loro un modo per avanzare nuove richieste. E stanno proponendo richieste che l’Iran non accetterà mai».

Consigliati