«Il prelievo forzato di organi è un’atrocità. E l’interruzione e la dissuasione di questa pratica devono essere una priorità del ministero degli Esteri». A dirlo sono diversi parlamentari americani, in una lettera del 3 maggio indirizzata al ministro degli Esteri Antony Blinken. Il gruppo di parlamentari, guidato da Chris Smith e dal senatore Marco Rubio, ha chiesto che Blinken utilizzi i programmi di ricompensa del ministero degli Esteri per raccogliere prove e punire i colpevoli del prelievo forzato di organi.
Col Partito Comunista Cinese (Pcc), la pratica del prelievo forzato di organi a scopo di lucro da persone in vita, è cresciuta fino a diventare un’industria multimilionaria.
Nel 2019, un tribunale indipendente di Londra ha concluso, dopo un’indagine durata un anno, che il prelievo forzato di organi è avvenuto in Cina per anni «su scala significativa» e che tale atrocità costituisce un crimine contro l’umanità. Le vittime principali, secondo il tribunale, sono i praticanti imprigionati del Falun Gong.
Secondo il sito Global Criminal Justice Rewards, il Ministero degli Esteri Usa ha messo taglie fino a 5 milioni di dollari per informazioni che portino all’arresto, al trasferimento o alla condanna di «cittadini stranieri accusati di crimini contro l’umanità, genocidio o crimini di guerra».
I parlamentari hanno esortato Bliken a utilizzare a pieno le risorse disponibili, poiché «c’è un’urgente necessità di reperire informazioni da chi ha assistito o è stato coinvolto in questa pratica», data la «domanda mondiale di trapianti di organi e le prove del traffico illegale di organi» nella Cina comunista.
Hanno citato uno studio del 2022 pubblicato sull’American Journal of Transplantation, che ha concluso che i chirurghi cinesi e altri operatori sanitari hanno agito come «boia» del regime comunista. Lo studio ha documentato casi provenienti da 71 pubblicazioni scientifiche in lingua cinese che dimostrano che il prelievo di organi è avvenuto prima che i pazienti fossero dichiarati in morte cerebrale, in violazione della regola internazionalmente accettata del «donatore deceduto».
Durante l’incontro con la stampa il 9 maggio, il portavoce degli Esteri Matthew Miller ha confermato di aver ricevuto la lettera, affermando che il Ministero avrebbe «risposto a tempo debito ai parlamentari».
L’appello dei legislatori giunge pochi giorni dopo che il regime comunista cinese è stato denunciato per gravi violazioni della libertà religiosa nell’ultimo rapporto annuale della Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale.
Questa industria criminale attira in Cina pazienti da tutto il mondo, garantendo periodi di attesa incredibilmente brevi, a volte solo pochi giorni. Secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Transplantation nel 2016, la Cina è il «Paese di destinazione» più popolare per i trapianti all’estero.
Estratto da: Lawmakers Want to Use the US Rewards Program to End the CCP’s Forced Organ Harvesting