Nel giro di pochi giorni dall’annuncio di un’importante riunione politica del Partito Comunista Cinese (Pcc), è stata resa nota la punizione inflitta a una mezza dozzina di funzionari di alto livello legati a una fazione politica rivale.
La cosiddetta ‘Quinta Sessione Plenaria’ del 18° Congresso del Pcc, è considerabile come uno spartiacque che consentirà al leader del regime comunista Xi Jinping di consolidare ulteriormente il suo controllo sull’apparato del Partito.
Tipicamente, la quinta sessione plenaria di un congresso del Partito viene impiegata per annunciare il prossimo ‘piano quinquennale’, un retaggio dell’economia comunista pianificata. Tuttavia, la maggior parte dell’attenzione alla vigilia si è rivolta principalmente alla politica e in particolar modo alle questioni attinenti al personale.
Nel contesto della sessione, il leader Xi Jinping sta aumentando il suo controllo nel Partito in due modi: (1) nelle indagini e nelle epurazioni dei lealisti del clan politico che ha governato la Cina per quasi due decenni prima della sua ascesa al potere, e (2) nell’inserimento dei suoi uomini nelle posizioni di rilievo.
È noto che il punto numero 1 è in atto dalla fine del 2012, quando Xi è salito alla guida del Partito. Da allora, i più importanti funzionari noti per i loro legami con Jiang Zemin, sono stati tutti eliminati dall’esercito, dall’apparato della sicurezza, dal settore petrolifero statale, dai media ufficiali e da altri settori.
Jiang aveva assunto il potere nel Partito nel 1989 e si è formalmente dimesso nel 2002. Tuttavia, secondo quanto affermano gli analisti, ha mantenuto una fortissima influenza nel Partito per tutto il decennio successivo, e questa si è formalizzata principalmente con il favorire le carriere dei suoi lealisti e con il loro inserimento nel Comitato permanente del Politburo.
Con l’eliminazione ormai completata dei principali personaggi che hanno dominato l’esercito e l’apparato della sicurezza, le nuove epurazioni sembrano adesso una questione di «ripulitura dalla feccia», per usare una espressione presente in alcuni articoli delle pubblicazioni in lingua cinese al di fuori della Cina, riferita a vari fedeli di Jiang che non sono dei funzionari importanti.
Tra i funzionari presi di mira sono inclusi: Li Dongsheng, ex capo dell’Ufficio 610, la polizia segreta del Partito, il cui processo ha avuto inizio il 14 ottobre; Jiang Jiemin, Su Shulin, e Wang Yongchun, tutti ex alti funzionari nel redditizio settore petrolifero e stretti lealisti dell’abbattuto zar della sicurezza Zhou Yongkang, ai quali sono state inflitte pesanti pene detentive che vanno dai 13 ai venti anni; Li Chuncheng, ex quadro della sicurezza e vice segretario del Partito nella provincia del Sichuan nei primi anni del 2000 (quando Zhou ne era segretario) che attualmente sta scontando una pena di 16 anni; Guo Yongxiang, segretario politico di Zhou nel Sichuan, che è stato condannato a venti anni di carcere; e Ji Wenlin, un altro protetto di Zhou, il cui processo ha avuto inizio di recente.
Sebbene si sappia poco altro riguardo ai movimenti del personale che ruotano attorno alla ‘Quinta Sessione Plenaria’, è noto che la riunione è spesso stata occasione per decidere le principali sostituzioni nelle cariche.
L’ipotesi comune è che il generale Liu Yuan possa ricevere una promozione. Liu è, come Xi Jinping, un cosiddetto ‘principino’, cioè il figlio di un leader rivoluzionario. Liu è stato anche un pubblico sostenitore della campagna anti-corruzione di Xi nell’esercito, e si ritiene che sia stato lui a fornire alcune delle prime informazioni segrete utilizzate per rimuovere Gu Junshan, un tenente-generale che ha guidato il dipartimento della logistica, e protetto di Xu Caihou, uno dei due vice capi delle forze armate, che da allora è stato eliminato.
I media cinesi riportano che da quando Xi Jinping è salito al potere, sono stati eliminati all’incirca cento funzionari di alto rango – dove per alto rango ci si riferisce a persone con una carica che sia come minimo al livello di presidente di una regione, per fare un paragone con l’Italia.
Zhang Zanning, professore di diritto presso la Southeast University di Nanchino, in Cina, ha detto, in un’intervista telefonica con Epoch Times, che le pesanti condanne inflitte a questi funzionari «sono in realtà un colpo violento» sferrato da Xi Jinping all’edificio politico costruito dall’ex leader Jiang Zemin e dai membri della sua fazione.
Zhang ha fatto riferimento a una recente serie di indiscrezioni e messaggi in codice circolati sulla stampa cinese, che talvolta sono sembrati mettere in ridicolo Jiang Zemin, e ha suggerito che Jiang potrebbe probabilmente diventare il bersaglio finale della purga attuata da Xi Jinping. «I crimini perpetrati da Jiang contro l’umanità fanno accapponare la pelle», ha affermato. «E la cricca costituita dalla famiglia di Jiang è la più corrotta della Cina».
Con interviste di Rona Rui e ricerca di Jenny Li.
Articolo in inglese: Political Meeting in China a Chance for Party Leader to Consolidate Power