Il decennale boom economico cinese, basato sulla produzione per l’esportazione, sta sperimentando un cambio di direzione. Con gli ordini in declino in alcune delle industrie manifatturiere cinesi, il Paese si trova ad affrontare la chiusura delle fabbriche e i licenziamenti in massa dei lavoratori.
Secondo Markit Economics, il Purchasing Managers Index (Pmi) di agosto dell’industria manifatturiera della Cina è stato del 47,1 per cento, un record minimo dal marzo 2009. Il mese di agosto è stato il sesto consecutivo con un Pmi inferiore al 50 per cento – la soglia tra l’espansione e la contrazione – e ha mostrato un ulteriore rallentamento nel settore. Anche il Producer Price Index, che misura la variazione dei prezzi, ha continuato a diminuire in modo significativo ed è stato quindi più difficile ricavare dei margini di profitto in molti settori. A luglio, il volume del trasporto ferroviario è precipitato del 10,9 per cento e la produzione di elettricità è calata del 2,8 per cento. Insomma, molti indici e settori stanno indicando che la recessione in Cina sta peggiorando.
L’INDUSTRIA ELETTRONICA
Nel primo semestre del 2015, New Kingpo e Samsung hanno accelerato il ritmo della loro ritirata dalla Cina. Anche Flextronics è andata a collocare i suoi impianti negli Stati Uniti, mentre la Foxconn si è trasferita in India: l’industria elettronica della Cina, un tempo centrale per tutto il mondo, ha iniziato a declinare. I ricavi di luglio di tutti i produttori chiave del settore sono in calo rispetto allo scorso anno, un forte segnale che l’industria elettronica della Cina va verso il declino. A seguito di questa tendenza, nella seconda metà dell’anno, l’industria elettronica potrebbe calare del 10-20 per cento.
Anche in Italia, già da diversi anni, alcune aziende del settore elettronico (ma anche quello della moda e della pelletteria) hanno riportato la produzione nel Bel Paese oppure in Nazioni europee, a tutto vantaggio della qualità delle produzioni.
INDUSTRIA DEGLI IMPIANTI PER L’ARIA CONDIZIONATA
Il mercato cinese dei condizionatori d’aria può essere definito molto scadente a causa di molteplici fattori, tra i quali le condizioni atmosferiche, la crisi economica e il declino del settore immobiliare. I dati dal primo al terzo trimestre dell’anno, rilasciati dai fornitori di elettronica, dai discount e dai rivenditori tradizionali, dimostrano che le vendite complessive al dettaglio nel settore degli impianti di condizionamento dell’aria sono calate del 27 per cento. Il resto dell’anno è bassa stagione per le vendite dei condizionatori, e con il crollo del settore immobiliare e le gelide temperature in molte città, il loro mercato si ridurrà ulteriormente.
INDUSTRIA TESSILE E ABBIGLIAMENTO
Recentemente ci sono stati numerosi rapporti sull’industria tessile cinese. Il gigante del settore tessile Zhuangji Group, ha dichiarato bancarotta a maggio. Il capo del Baolijia Group, un gigante del settore nella Cina orientale, si è dileguato per sfuggire ai debiti. Non molto tempo fa, la secolare fabbrica tessile First Jinan National Cotton Factory, un tempo prospera, è fallita. Anche la Zhejiang Red Sword Group, un’altra azienda presente nella ‘Fortune 500’, ha dichiarato fallimento. Le compagnie: Uniqlo, Muji, Aoyama Shoji, Li & Fung, Tokyo Style e Honeys, stanno tutte accelerando il trasferimento nel Sudest asiatico.
INDUSTRIA DELLE CALZATURE
Le aziende dell’industria calzaturiera di Hong Kong e di Taiwan hanno lasciato la Cina all’inizio del 2008. La Pou Chen di Taiwan, l’Oasis Shoes, lo Huajian Group, la Cichang e altri giganti del settore calzaturiero, hanno tutti istituito delle basi all’estero e il loro prossimo passo sarà di spostarsi completamente fuori dalla Cina. Le basi dei produttori di scarpe stanno chiudendo o trasferendosi non solo dall’area del Delta del Fiume delle Perle, ma anche dalla città di Wenzhou nella provincia dello Zhejiang e da quella di Jinjiang nella provincia del Fujian. A causa degli elevati costi di manodopera, di affitto e di altri costi operativi, sono fallite anche un gran numero di piccole e medie aziende produttrici di scarpe.
IL SETTORE DELLA CERAMICA
Durante la vertiginosa espansione che si è verificata dal 2008, la capacità produttiva della Cina di prodotti ceramici da costruzione e igienico-sanitari, quali i servizi igienici e i lavandini, è stata in grado di fornire una quantità di prodotti da due a tre volte superiore al fabbisogno annuale di tutto il mondo. Tuttavia, a causa del calo registrato negli ultimi anni nel settore immobiliare, sono aumentate improvvisamente le cessazioni di attività nell’industria della ceramica. Dal momento che si è fermata la costruzione degli immobili, quindi, si è registrato un calo anche nella domanda dei sanitari in ceramica e si prevede che rimarrà bassa anche per i prossimi dieci/venti anni.
INDUSTRIA DEL MOBILE
Dal 2014 le grandi aziende produttrici di mobili hanno chiuso una dopo l’altra. L’anno scorso i giganti di mobili per la casa Huayuan Villa e Fuzhi Island di Shenzhen, hanno dichiarato il fallimento. Il 3 maggio, l’azienda Biaozhou Furniture di Guangzhou ha dichiarato bancarotta dopo 23 anni di attività, e anche la Yongxin Furniture, nota anche come la ‘portaerei del mobile’ di Dongguan, è fallita.
Secondo le ultime statistiche, sono state chiuse 849 fabbriche di mobili negli ultimi due anni, nelle città di Longgang dello Shenzhen, di Houjie nella prefettura del Dongguan e di Longjiang nella prefettura del Foshan.
INDUSTRIA DEGLI AUTORICAMBI
Qualche anno fa, le vendite delle auto in Cina crescevano di oltre il dieci per cento l’anno. La Cina è diventata il più grande consumatore di automobili al mondo e questo ha generato nel Paese una forte espansione del settore dei ricambi per auto. Tuttavia, mentre molti produttori stavano ancora credendo nel ‘Sogno cinese’, le vendite delle auto si sono improvvisamente fermate. Rispetto all’anno precedente, a luglio la produzione della Changan Automobile ha subito un ribasso del 22,29 per cento, mentre le vendite sono calate dell’8,36 per cento.
Sempre nel mese di luglio in Cina, è stata dichiarata la vendita di un milione e mezzo di autoveicoli, il 7,1 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Le sole autovetture adibite al trasporto persone vendute sono state un milione e 270 mila, il 6,6 per cento in meno rispetto all’anno scorso: è il più grande calo dal febbraio 2013.
LICENZIAMENTI
Con il calo degli indicatori economici a un ritmo accelerato, molte aziende hanno abbandonato il sogno di un rapido ‘rimbalzo’ e hanno cominciato a tagliare i costi operativi per far fronte agli ordini ridotti, tramite l’attuazione di licenziamenti di massa.
Nella prima metà dell’anno, compagnie quali Lenovo, Hewlett-Packard, Mondel?z International, Samsung, Htc e altre di fama mondiale, hanno dato avvio ai licenziamenti.
Nel semestre a venire è probabile che tutte quelle industrie strettamente legate allo sviluppo immobiliare, ovvero quelle del ferro e dell’acciaio, dei macchinari, dell’elettronica, della produzione di elettrodomestici, dei mobili, delle ceramiche, dei servizi igienico-sanitari, dei materiali edili, dell’hardware e altri, dovranno necessariamente effettuare drastici tagli al personale.
Nota del redattore: Il testo è parte di una traduzione abbreviata di un’analisi pubblicata il 6 settembre sul sito ‘s8p.cn’, che riporta notizie e rapporti dell’industria manifatturiera cinese.
Articolo in inglese: ‘ With China’s Manufacturing Collapse, Massive Layoffs Loom’