Donald Trump ha ribadito con fermezza che la Cina non potrà acquistare i chip Blackwell, l’ultima generazione di processori sviluppati da Nvidia, in un’intervista andata in onda domenica su 60 Minutes, la storica trasmissione della Cbs. «Assolutamente no», ha dichiarato il presidente, rispondendo a una domanda sulle eventuali vendite dei chip più avanzati all’azienda cinese. «Questi chip non li cederemo a nessun altro Paese, se non agli Stati Uniti».
L’intervista, registrata venerdì, segna il ritorno di Trump davanti alla telecamere di 60 Minutes dopo la controversia legale conclusa lo scorso luglio con un transazione con cui l’editore ha preferito non andare in giudizio. Donald Trump aveva richiesto un risarcimento della paurosa cifra di 20 miliardi di dollari per pubblicità ingannevole e concorrenza sleale, che Trump accusava 60 Minutes di aver commesso nel corso di un’intervista a Kamala Harris, manipolandola a vantaggio dell’allora candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti. I termini dell’accordo stragiudiziale poi raggiunto prevedono che il denaro sia destinato (spese legali escluse) alla futura biblioteca presidenziale.
Nel corso della conversazione, Donald Trump ha sottolineato che gli Stati Uniti sono i primi al mondo nell’intelligenza artificiale, e che dare al regime cinese l’accesso ai chip più potenti al mondo equivarrebbe a regalare un vantaggio strategico a un rivale diretto.
Gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni all’esportazione dei chip di ultima generazione, con l’obiettivo di frenare i progressi tecnologici cinesi, soprattutto in settori che potrebbero rafforzare il settore militare. Ieri, 2 novembre, a bordo dell’Air Force One il presidente amerciano ha ribadito la sua posizione: «Questi chip sono avanti di dieci anni rispetto a tutti gli altri, e non li diamo a nessuno». Dopo il bilaterale con Xi Jinping a Busan, Trump aveva infatti detto ai giornalisti che in Cina saranno avviati contatti con Nvidia e altre aziende per la fornitura di chip ma «non i Blackwell», aveva precisato.
Negli ultimi giorni, esponenti del Parlamento statunitense di entrambi i partiti hanno invitato a non abbassare la guardia sulla vendita di chip avanzati alla Cina. La Commissione speciale della Camera sul Partito comunista cinese si è dichiarata perfettamente in linea col divieto imposto dal presidente di vendita dei chip Blackwell al regime, anche «per non agevolare – ha precisato il vicepresidente della Commissione Raja Krishnamoorthi – la modernizzazione militare e le violazioni dei diritti umani del Partito Comunista Cinese».




