Cosa si nasconde dietro le dimissioni del figlio di un noto funzionario?

28 Luglio 2015 9:20 Aggiornato: 25 Gennaio 2025 18:03

Liu Lefei, figlio di uno dei più potenti funzionari in Cina, il 20 luglio ha rassegnato le dimissioni da una grande compagnia di assicurazioni. Secondo quanto scritto su un articolo l’ha fatto per «motivi legati al lavoro», ma non sono state fornite ulteriori spiegazioni.

Liu era il direttore della New China Life Insurance, la terza più grande compagnia di assicurazioni sulla vita in Cina, il cui il valore contabile secondo Forbes ammonta a 103 miliardi e 74 milioni di dollari. L’articolo non ha però parlato di qual è il suo nuovo lavoro.

Queste dimissioni sono destinate ad attrarre riflessioni e attenzione, considerato l’ambiente politico e soprattutto il contesto: il padre è uno stretto alleato di Jiang Zemin, ex leader del Pcc scomodo a Xi Jinping. Inoltre il governo centrale ha chiesto alla New China Life Insurance di non vendere le azioni dopo il crollo del mercato azionario cinese, che secondo alcuni analisti è stato manipolato a causa di interessi politici.

Il padre di Liu Lefei è Liu Yunshan, membro del Comitato Permanente del Politburo e capo del gruppo che guida l’ideologia e la propaganda, un piccolo ma potente organo. Prima di essere a capo di questo gruppo Jiang Zemin, allora capo del Partito, ha nominato Liu capo del Dipartimento Centrale di Propaganda dal 2002 al 2012. La rete politica di Jiang, che ha continuato a coltivare per un decennio dopo la conclusione del suo mandato, è l’obiettivo primario della vasta campagna anticorruzione di Xi Jinping.

Radio France Internationale riporta che lo stesso Liu Lefei sembra faccia parte della cricca che include Bo Xilai, ex alto funzionario di alto livello caduto in disgrazia, Zeng Wei, figlio di Zeng Qinghong, Li Xiaolin, figlia dell’ex premier Li Peng e Rui Chenggang, conduttore epurato della China Central Television.

Quando la Borsa di Shangai è iniziata a crollare a inizio luglio, il premier cinese Li Keqiang ha lanciato una serie di misure per salvare il mercato azionario. Molte agenzie statali, banche e fondi comuni d’investimento hanno investito nel mercato per riguadagnare la fiducia degli investitori. L’autorità di regolamentazione sui titoli di Stato ha invocato una moratoria sulla vendita delle azioni al cinque per cento nei prossimi sei mesi, aggiungendo che le violazioni sarebbero state «punite severamente».

Ma China Life, la compagnia di Liu, sembra abbia ignorato di poco quest’ordine, ma tanto basta per aver sfidato apparentemente un ordine del Partito. Alcuni articoli sui siti di finanza in Cina e poi a Hong Kong, hanno rivelato che il 10 luglio China Life ha venduto le holding della CITIC Securities dal 6,05 al 5,74 per cento.

Ming Pao, giornale di Hong Kong, ha dichiarato che la mossa «ha provocato controversie nel mercato» e che «appena è venuta a galla la notizia ha causato un putiferio».

Dieci gironi dopo China Life ha annunciato le dimissioni di Liu per «motivi legati al lavoro».

Articolo in inglese: ‘Was Politics Behind the Resignation of Top Chinese Official’s Son?

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