Prenderà il via domani, 28 ottobre, una visita di tre giorni dei ministri degli Esteri e dell’Interno, rispettivamente Antonio Tajani e Matteo Piantedosi, in Mauritania, Senegal e Niger. Una missione che, secondo quanto riferisce la Farnesina in una nota, si pone l’obiettivo di rafforzare le relazioni politiche con l’Africa occidentale attraverso iniziative e progetti congiunti per promuovere sicurezza, crescita e stabilità nella regione, in linea con il Piano Mattei per l’Africa che, dal 2025, comprende cinque nuovi Paesi, tra cui appunto la Mauritania e il Senegal. Domani, primo giorno della visita, Tajani e Piantedosi saranno in Mauritania, Paese prioritario della Cooperazione italiana, dove avranno incontri con il primo ministro Mokhtar Ould Diay, con il ministro degli Esteri Mohamed Salem Ould Merzoug, e con il ministro dell’Interno, Mohamed Ahmed Ould Mohamed Lemine. I ministri inaugureranno inoltre l’ambasciata d’Italia a Nouakchott, aperta nel 2024 per rilanciare le relazioni bilaterali con il Paese. Il giorno seguente, mercoledì 29 ottobre, i due ministri saranno in Senegal, dove – oltre ad incontri istituzionali con il presidente Bassirou Diomaye Diakhar Faye, il ministro per l’Integrazione africana e gli affari esteri, Cheikh Niang, e il ministro dell’Interno, Mouhamadou Bamba Cissé – parteciperanno ad una riunione degli ambasciatori italiani e degli esperti sicurezza in Africa e all’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto italiano di cultura e del Forum imprenditoriale Italia-Senegal.Il Forum, organizzato dalla Farnesina e da Ice Agenzia, in collaborazione con gli altri partner del Sistema Italia (Cdp, Simest, Sace) e Confindustria Assafrica & Mediterraneo, riunirà imprese, associazioni del mondo produttivo e Istituzioni dei due Paesi con l’obiettivo di approfondire opportunità concrete di sviluppo delle relazioni economiche, commerciali ed industriali, con particolare riguardo ai settori dell’agroindustria, delle infrastrutture fisiche e digitali, dell’energia e delle rinnovabili. Il Senegal infatti è un partner economico strategico per l’Italia e rappresenta il quarto mercato di destinazione per il nostro export in Africa sub-sahariana, e il secondo fra i Paesi dell’Africa occidentale. Nei primi sette mesi del 2025, inoltre, l’interscambio commerciale bilaterale ha già superato i valori registrati nei 12 mesi del 2024. A margine dell’evento, Cassa Depositi e Prestiti, Simest e l’Agenzia senegalese Apix sigleranno un memorandum d’intesa per promuovere la cooperazione economica bilaterale e favorire investimenti congiunti in settori strategici. La missione si concluderà giovedì 30 ottobre in Niger con un incontro dei ministri Tajani e Piantedosi con il leader della giunta militare Abdourahamane Tchiani, assieme al ministro degli Esteri, Bakary Yaou Sangaré, e al ministro dell’Interno, Mohamed Boubacar Toumba, e un incontro con il comandante del contingente della Missione italiana di supporto in Niger (Misin), generale Ivan Cioffi.La Mauritania, prima tappa della visita di Tajani e Piantedosi, è uno dei Paesi prioritari del Piano Mattei. Secondo i dati raccolti dall’osservatorio economico della Farnesina, nel 2024 le esportazioni italiane verso la Mauritania sono state pari a 28,5 milioni di euro, in calo del 18,5 per cento rispetto ai 35,1 milioni del 2023, mentre quelle mauritane in Italia hanno raggiunto quota 63,8 milioni di euro, in calo del 15,4 per cento rispetto al 2023. Lo scorso 11 giugno è stato inoltre firmato un memorandum d’intesa tra il governo italiano e quello di Nouakchott in materia ambientale e di sviluppo sostenibile, con un focus sulla tutela ambientale, la biodiversità, la lotta alla desertificazione, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
L’accordo si inserisce nel quadro dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e delle Convenzioni su clima, biodiversità e desertificazione, e rappresenta il primo protocollo bilaterale tra Italia e Mauritania dedicato all’ambiente. Quanto al Senegal, seconda tappa della visita dei due ministri, anch’esso è un Paese prioritario del Piano Mattei, e nel 2024 l’export italiano verso Dakar è stato pari a 115,8 milioni di euro, in calo dell’11,8 per cento rispetto al 2023, mentre quello senegalese verso l’Italia ha toccato quota 36,4 milioni di euro, in calo del 55 per cento rispetto al 2023.Quanto alla visita in Niger, ultima tappa della missione di Tajani e Piantedosi, essa rappresenta una opportunità di ripresa del dialogo su interessi convergenti e sfide comuni, a partire dal contrasto al terrorismo, passando per la migrazione irregolare e i traffici illeciti. Il Paese, retto da una giunta militare dal colpo di Stato che il 26 luglio 2023 ha estromesso il presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum, ha negli ultimi anni reciso i rapporti con l’Occidente. L’Italia, tuttavia, resta ad oggi l’unico Paese occidentale a mantenere un proprio presidio militare nel Paese, essendovi presente con la Missione bilaterale di supporto in Niger (Misin). La missione, stabilita nel 2018, ha l’obiettivo di supportare il governo locale, nell’ambito di uno sforzo congiunto per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio delle autorità nigerine, e per l’incremento di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza; di concorrere alle attività di sorveglianza delle frontiere e del territorio e di sviluppo della componente aerea delle autorità nigerine; di svolgere attività di formazione, addestramento, consulenza, assistenza, supporto e «mentoring» a favore delle forze di sicurezza e delle istituzioni governative nigerine. La missione prevede uno sviluppo progressivo con un impiego medio annuale fino a un massimo di 500 militari, dieci mezzi terrestri e sei mezzi aerei. Dal 2018 a oggi sono stati svolti complessivamente 458 corsi e formati oltre 11.840 militari delle forze di sicurezza nigerine.L’obiettivo complessivo della missione e di Piantedosi è quello di rafforzare le relazioni politiche in Africa occidentale, regione la cui stabilità è di importanza strategica per l’Italia. In un contesto regionale caratterizzato da instabilità istituzionale, violenza jihadista e difficoltà socio-economiche, le dinamiche di sicurezza e migratorie costituiscono sfide significative. L’Italia è attiva in Africa occidentale attraverso l’organizzazione di diverse iniziative politiche: il Vertice Italia-Africa, organizzato a Roma dal governo italiano nel gennaio 2024; il coinvolgimento dell’Unione Africana nella presidenza italiana del G7 nel 2024; la co-organizzazione del recente evento sul Processo di Aqaba dedicato al contrasto al terrorismo in Africa occidentale; ma anche iniziative diplomatiche, con l’apertura di ambasciate negli ultimi dieci anni in Niger, Guinea, Burkina Faso, Mali e Mauritania. Anche in materia di cooperazione allo sviluppo l’Italia ha esteso il numero di Paesi prioritari in Africa da 11 a 23. Quanto alle relazioni economiche, l’Italia è il diciannovesimo fornitore e l’ottavo cliente della regione: l’interscambio commerciale è pari 3,4 miliardi di euro nel primo semestre del 2025, con un valore dell’export italiano pari a 1,1 miliardi di euro, in aumento del 14,2 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2024. I prodotti principali di esportazione sono macchinari, prodotti petroliferi raffinati, metalli, prodotti alimentari, sostanze e prodotti chimici, mezzi di trasporto. Nella regione sono inoltre presenti oltre 170 imprese, mentre gli investimenti diretti esteri italiani hanno raggiunto nel 2023 i 3,7 miliardi di euro.La missione di Tajani e Piantedosi s’inquadra nella più ampia cornice del Piano Mattei, il programma d’interventi lanciato dal governo italiano nell’ambito del Vertice Italia-Africa del gennaio 2024 e ispirato ad un approccio paritario, volto a contribuire alla crescita socio-economica del continente africano.
Nella sua prima fase, il Piano prevede circa 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, sebbene di recente l’Italia abbia ottenuto l’inserimento dello stesso piano nel Global Gateway, il progetto dell’Unione che prevede 300 miliardi di euro – di cui ben 150 destinati ai soli progetti sul continente africano – per sviluppare nuove infrastrutture in Africa, e non solo, in risposta alla Nuova via della seta cinese. Oltre ai nove Paesi africani inziali (Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Mozambico), nel 2025 il Piano si è esteso comprendendo cinque nuovi Paesi partner: Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. I principali ambiti di sviluppo economico e sociale includono la formazione e l’istruzione attraverso programmi educativi e professionali; investimenti in progetti infrastrutturali; una collaborazione nel settore energetico, anche con le aziende italiane. L’altro tema cruciale al centro della visita di Tajani e Piantedosi sarà quello migratorio, la cui portata globale del fenomeno richiede un orientamento metodologico coordinato e multilaterale. L’Italia ha incentrato la sua strategia migratoria su tre pilastri principali: la rimozione delle cause profonde dei fenomeni migratori; il rafforzamento del contrasto alla tratta e al traffico di esseri umani e alle organizzazioni criminali; la promozione, lo sviluppo e la diversificazione dei canali legali e sicuri di migrazione.Una rinnovata collaborazione in ambito migratorio con i Paesi di origine e di transito è emersa dalla Conferenza internazionale sullo sviluppo e le migrazioni, svoltasi nel luglio 2023 alla Farnesina. Da questa Conferenza è stato dato avvio al Processo di Roma su migrazione e sviluppo, una piattaforma di dialogo politico e collaborazione operativa volta a sviluppare la cooperazione tra Paesi di origine, transito e destinazione dei flussi migratori. In questo senso la presidenza italiana del G7, nel 2024, è stata un’occasione per rafforzare la cooperazione internazionale e favorire una rinnovata attenzione della comunità internazionale sulla dimensione esterna delle politiche migratorie. L’Italia sostiene attivamente il rilancio della dimensione esterna delle politiche migratorie europee, anche attraverso l’attuazione delle Team Europe Initiatives (Tei). Di particolare interesse per l’Italia è l’iniziativa per la rotta del Mediterraneo centrale, nata su impulso italo-francese. Nel 2024, sebbene con numeri fortemente ridotti rispetto all’anno precedente, l’Italia è stata – come già nel 2023 – il primo Paese europeo di destinazione dei movimenti migratori irregolari, ricevendo la quasi totalità degli arrivi in Europa attraverso la direttrice del Mediterraneo centrale. Complessivamente, nel 2024, gli arrivi irregolari totali via mare in Italia sono stati 66.317, in diminuzione del 58 per cento rispetto al 2023. Anche nel 2025 l’Italia si sta confermando primo Paese europeo di destinazione dei flussi migratori irregolari, con numeri simili rispetto al 2024 (54.965 arrivi irregolari al 15 ottobre 2025, pari ad un incremento dell’uno per cento).




