«Prima i nostri eroi al governo hanno fatto i più realisti del re, gli amici degli americani. Più amici di tutti: non il 2 per cento, non il 3 per cento, ma addirittura il 5 per cento di spese militari. Convinti che bastasse l’arte dell’arrangiarsi: ‘tanto gli americani so’ scemi, ci infiliamo dentro pure il ponte sullo Stretto’». Lo scrive sui social Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva. «Poi hanno ingoiato senza fiatare il 15 per cento di dazi, l’obbligo di spendere e investire negli Stati Uniti, in cambio di nulla: nemmeno le famose tasse sulle big tech, che la Meloni annunciava a gran voce – prosegue il deputato –. Adesso si ritrovano con le pezze al sedere: gli ‘amici’ non abboccano e li gelano con un secco ‘il ponte non è una portaerei’. E meno male che dovevano essere gli amici del cuore, pronti a farci sconti e favori. Alla fine, l’unico sconto lo fanno a loro stessi. E in Europa restiamo col marchio peggiore: serpi in seno e senza risultati».

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Faraone (Iv): ancora una volta Usa poco amici con Meloni
3 Settembre 2025 16:55 Aggiornato: 3 Settembre 2025 16:55