La “gaffe” di Xi e Putin sui trapianti di organi in Cina

di Artemio Romano/Eva Fu
4 Settembre 2025 9:44 Aggiornato: 9 Settembre 2025 10:34

Sconvolgente conversazione alla parata militare a Pechino. Un microfono aperto ha beccato il dittatore comunista cinese Xi Jinping discutere con gli «amici» Vladimir Putin e Kim Jong-Un di come ottenere “l’eterna giovinezza” facendo continui trapianti di organi. Xi ha parlato di vita fino a 150 anni e Putin – scherzando, ma forse nemmeno troppo – ha replicato parlando di «immortalità», grazie a degli infiniti trapianti, evidentemente. La conversazione è stata trasmessa dagli organi di propaganda del regime cinese, in diretta, a miliardi spettatori in tutto il mondo.

Mentre Putin, Xi e Jong-Un salivano sul palco di piazza Tienanmen per l’imponente parata militare (pubblicizzata da settimane e costata, pare, l’equivalente di ben 5 miliardi di dollari), il capo del regime cinese, chiacchierando con Putin tramite l’interprete ha detto: «In passato, le persone raramente arrivavano a 70 anni, ma oggi a 70 si è ancora bambini». Putin, ridendo, ha replicato tramite il suo interprete: «Con i progressi della biotecnologia, gli organi umani possono essere trapiantati continuamente, permettendoci di diventare sempre più giovani, forse addirittura di raggiungere l’immortalità». L’inquadratura è poi passata su piazza Tienanmen, mente fuori campo Xi diceva: «secondo le previsioni, in questo secolo ci sarà la possibilità di vivere fino a 150 anni». Sia Xi sia Putin hanno 72 anni. Due «bambini», quindi. Che forse si stanno organizzando per restare al potere in eterno.

Un palese, quanto disumano, delirio di onnipotenza di chi pensa di poter restare “giovane” per sempre a spese di altre vite umane. Ma la notizia non è questa. La questione fondamentale è dove i capi di questi regimi prevedono di prendere gli organi (che per loro, a quanto, pare sono come dei pezzi di ricambio). La risposta più ovvia è: probabilmente togliendoli ai prigionieri di coscienza, di cui sono piene le carceri e i campi di concentramento cinesi. «Abbiamo sentito storie orribili su questi trapianti di organi […] in Cina, dove prelevano da donatori non consenzienti, per usare un eufemismo» ha dichiarato il presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson a Ntd News in conferenza stampa. «Il fatto che siano stati colti a parlare a microfono aperto è molto rivelatore – ha aggiunto la terza carica della repubblica statunitense – ci dice quale sia la loro visione del mondo. Che è in contrasto con la nostra».

Il “progetto” cinese di allungare la vita fino a 150 anni – solo a pochi eletti del Partito, naturalmente – era emerso già nel 2019 in un breve video che tesseva le lodi del sistema sanitario di eccellenza della Repubblica Popolare Cinese, presumibilmente diffuso dal più grande ospedale militare cinese, in cui si affermava che i gerarchi del Partito comunista cinese vivono in media 88 anni, superando di gran lunga i loro omologhi occidentali. La fondamentale differenza del metodo cinese, secondo il video, era la capacità di «ripristinare le funzioni corporee», facendo implicitamente capire che tale ripristino era effettuato mediante la sostituzione dell’organo malato.
Nel 2023, in pieno Covid, l’annuncio funebre di un ex viceministro della Cultura cinese (tale Gao Zhanxiang) ha riportato l’argomento in primo piano. Nel messaggio di cordoglio, un funzionario cinese descriveva il defunto Gao Zhanxiang, 87 anni, come uomo dotato di «mente acuta e voce tonante», che aveva «sostituito molti organi nel suo corpo» mentre «combatteva tenacemente contro la malattia». Gao stesso, d’altronde, prima di morire aveva affermato che «molti componenti [sic]» del suo corpo non erano più i suoi. A confermare la concezione dell’organo umano quale pezzo di ricambio da sostituite dopo tot ore di lavoro.

Ma il punto è la provenienza di questi organi. Da quattordici anni Epoch Times e le sue consociate in tutto il mondo denunciano il prelievo forzato di organi da persone in vita. Le testimonianze dirette sono fin troppo abbondanti: vittime miracolosamente rimaste in vita al prelievo di un rene o un polmone, medici militari pentiti rifugiati negli Stati Uniti che vuotano il sacco, medici occidentali con pazienti che vanno in Cina per fare trapianti su appuntamento, sentenze di tribunali indipendenti, inchieste di giornalisti e avvocati dei diritti umani. E persino telefonate, registrate, in cui dipendenti di ospedali cinesi confermano (a giornalisti di Epoch Times che si spacciano per pazienti in attesa di trapianto) di «disporre senza problemi degli organi dei praticanti del Falun Gong», che notoriamente «sono i migliori» per qualità.

Il Parlamento europeo, e il ministero degli Esteri americano, dopo diversi anni di denunce, negli ultimi anni hanno lanciato l’allarme sul prelievo forzato di organi da parte del regime cinese, e al Parlamento statunitense è in iter un disegno di legge contro questo orrendo crimine. In Italia, nel corso della XVII legislatura è stata approvata una legge – promossa dall’allora senatore (e medico) Maurizio Romani – contro i medici che si rendano complici del prelievo forzato di organi.

Tornando alla cronaca, il presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson, in conferenza stampa ha affermato che la conversazione tra Xi e Putin su questo tema è particolarmente allarmante, aggiungendo: «si tratta di una minoranza religiosa perseguitata da cui prelevano organi», facendo riferimento al Falun Gong (benché anche gli Uiguri, in misura minore, siano vittime della stessa barbarie). «Gli Stati Uniti difenderanno la moralità e l’etica e si opporranno» a questo crimine.

 


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