Condannato a 5 anni in Qatar leader della comunità Bahá’í

di Redazione ETI/Epoch Israele
18 Agosto 2025 15:17 Aggiornato: 18 Agosto 2025 15:17

Fonti di stampa estera hanno riportato oggi che il leader della piccola comunità Bahá’í del Qatar, Rami Rouhani, mercoledì scorso è stato condannato a cinque anni di reclusione. Il tribunale del Qatar ha condannato Rouhani per aver pubblicato sui social media contenuti che accusati di «mettere in discussione i fondamenti della religione islamica». Al momento, non sono stati resi noti dettagli specifici sui capi di imputazione per cui è stato condannato.
Rouhani, 71 anni, era stato arrestato lo scorso aprile. Secondo i documenti pubblicati dall’ufficio della Baha’i International Community di Ginevra, tre giudici del Consiglio supremo della magistratura del Qatar hanno emesso la condanna. Sebbene gli avvocati abbiano cercato di far tenere conto al tribunale delle condizioni di salute di Rouhani (che è cardiopatico) la richiesta è stata respinta.

Saba Haddad, rappresentante dell’Ufficio della comunità internazionale Baha’i presso le Nazioni Unite, ha definito la sentenza «una grave e pericolosa violazione del diritto alla libertà di religione e di credo e un attacco diretto a Rami Rouhani e alla comunità Baha’i in Qatar».

La fede Bahá’í è stata fondata nel XIX secolo dal profeta Bahá’u’lláh. I principi della religione includono l’unicità di Dio, l’unità delle religioni e l’unità dell’umanità, l’uguaglianza tra donne e uomini e il non coinvolgimento nella politica di partito. I seguaci di questa religione sono perseguitati in diversi Paesi del Medio Oriente, tra cui l’Iran, perché percepiti come devianti dall’Islam. Secondo le statistiche internazionali, i Bahá’í nel mondo sono meno di otto milioni, la maggior parte dei quali vive in India. La capitale spirituale Bahá’í è Haifa.

In Qatar, la comunità Bahá’í conta solo poche centinaia di membri. Secondo la Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale, la comunità Bahá’í in Qatar è sottoposta a crescenti “pressioni” da parte delle autorità, molti dei suoi membri sono stati espulsi dal Paese o si sono visti negare il visto di residenza. La Costituzione del Qatar definisce l’Islam come religione di Stato e la Sharia (la legge islamica) come «fonte primaria del Diritto». Le religioni non ufficialmente riconosciute, come i Bahá’í, godono solo di un limitato grado di tolleranza. Le leggi che riguardano l’ordine pubblico o il mantenimento dei valori religiosi e sociali costituiscono la base giuridica per imporre restrizioni alle attività della comunità Bahá’í. Nel mondo musulmano, alcuni movimenti teologici, in particolare quelli vicini alla Fratellanza Musulmana, come quello che domina il Qatar, considerano la fede Bahá’í un’eresia.