Il Partito comunista cinese ha rimosso dall’incarico il terzo più importante generale del cosiddetto “Esercito Popolare di Liberazione”, alimentando (ulteriori) segnali di un’ondata di purghe tra i vertici militari. In base alle immagini trasmesse il 25 luglio dall’emittente del regime Cctv dell’incontro con i vertici militari pakistani, il generale di corpo d’armata Cai Zhijun risulta essere stato nominato capo di Stato maggiore dell’esercito cinese, andando a sostituire il generale Li Zhonglin (in carica dal 2023). Ma non è stata rilasciata alcuna spiegazione ufficiale sulla rimozione di Li Zhonglin, e non è dato sapere se il militare assumerà un nuovo incarico.
L’esercito cinese sta diventando sempre più “riservato” negli ultimi mesi a causa di vari sconvolgimenti ai vertici che hanno sollevato pesanti interrogativi sul controllo politico del segretario del Partito, Xi Jinping. Secondo alcune fonti, Li Zhonglin sarebbe l’ennesima “vittima” del grande repulisti che ormai da tempo è in atto fra i vertici delle forze armate cinesi.
L’ultima apparizione del precedente comandante in capo dell’Esercito – stando agli organi di propaganda del Pcc – risale ad agosto 2023, quando accompagnava l’allora ministro della Difesa Li Shangfu in una visita ufficiale in Bielorussia. Dopo il viaggio, il ministro Li Shangfu stesso era scomparso dalla scena pubblica per circa due mesi e, nel 2024, è stato espulso dal Partito comunista con l’accusa di corruzione. Oltre al ministro, un altro alto ufficiale militare, l’ammiraglio Miao Hua, responsabile della supervisione della “lealtà politica” dell’intero esercito e stretto alleato di Xi, è stato sospeso all’improvviso nel 2024 ed è tuttora indagato con l’accusa di corruzione. L’ammiraglio Miao è stato escluso il 27 giugno scorso dalla Commissione Militare Centrale: il massimo organo militare della Cina. E lo stesso giorno è stato espulso anche il viceammiraglio Li Hanjun, capo di stato maggiore della marina, sempre con l’accusa-jolly di “corruzione” del Partito. L’imbarazzo per questa raffica di “scandali” e di rimozioni dall’incarico, è ormai tale che il ministero della Difesa cinese ha rimosso dal sito web la sezione dedicata alla presentazione dei vertici militari.
Secondo il quotidiano ufficiale dell’esercito, la Commissione Militare Centrale avrebbe emanato nuove regolamentazioni per i vertici militari, con l’obiettivo di «eliminare completamente le influenze tossiche e ricostruire l’immagine e la credibilità dei leader politici».