Arriva il cessate il fuoco in Siria ma i drusi sono divisi

di Redazione ETI/Epoch Israele
16 Luglio 2025 8:45 Aggiornato: 16 Luglio 2025 8:45

Si smette di sparare in Siria. Il ministro della Difesa siriano Marahef Abu Kasra ha annunciato un cessate il fuoco completo, dopo aver raggiunto un accordo «con personalità di spicco e rispettate della città di Sweida» percisando: «noi risponderemo solo al fuoco, e qualsiasi attacco da parte di bande di fuorilegge sarà respinto». Ciononostante, i video pubblicati online mostrano come nella città di Sweida si verifichino ancora pesanti scontri a fuoco tra le i soldati dell’esercito siriano e i miliziani drusi, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani e una dichiarazione del leader spirituale della comunità drusa, lo sceicco Hikmat al-Hajri.

Questa mattina, il ministero della Difesa siriano ha annunciato, in un comunicato pubblicato sull’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, che l’esercito e le forze di polizia erano entrati nel centro della città di Sweida, roccaforte della comunità drusa. Questo dopo due giorni di feroci combattimenti dentro e intorno alla città. Il ministero dell’Interno siriano ha annunciato il coprifuoco totale in città «fino a nuovo avviso», insieme al dispiegamento di ingenti forze di polizia e dell’esercito attorno alla città. Ieri, l’esercito siriano, con l’aiuto di carri armati, veicoli trasporto truppe e altri mezzi pesanti, è riuscito ad avanzare dal villaggio di Al-Mazra’a, epicentro di intensi scontri, verso la città di Sweida. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, finora negli scontri sono state uccise 99 persone: 60 drusi, 18 beduini, 14 membri delle forze di sicurezza del regime e sette combattenti la cui identità è sconosciuta.

Ma la situazione siriana resta confusa: i capi spirituali dei drusi in Siria hanno diffuso dichiarazioni contrastanti: in una dichiarazione, si accoglie con favore l’ingresso delle forze armate siriane a Sweida, e in un messaggio pubblicato sul profilo Facebook ufficiale, si invitano le fazioni locali a collaborare pienamente con le forze del regime e a consegnare le armi al Ministero dell’Interno, sottolineando il rifiuto di qualsiasi conflitto o opposizione interna; ma al-Hajri ha successivamente rilasciato una dichiarazione in cui ha ritirato il proprio consenso all’ingresso delle forze armate siriane a Sweida, invitando il suo popolo a opporsi. Nella sua dichiarazione, al-Hajri ha poi chiarito: «dopo lunghe e infruttuose trattative con Damasco, l’umiliante dichiarazione di benedizione per l’ingresso dell’esercito ci è stata imposta da Damasco e sotto la pressione di Paesi esteri». Ma nemmeno questa resa incondizionata è stata sufficiente, ha detto lo sceicco Hikmat al-Hajri, perché «le forze del regime hanno continuato a bombardare indiscriminatamente i civili a Sweida». Il leader spirituale druso conclude lanciando un vero e proprio appello: «Siamo soggetti a una guerra di annientamento totale, e io chiedo una presa di posizione contro questo barbaro attacco, con tutti i mezzi disponibili».

La dichiarazione dello sceicco Hikmat al-Hajri segnala probabilmente una frattura all’interno dei capi drusa in Siria. E fonti della comunità drusa siriana, confermano ai giornalisti che la fazione guidata da al-Hajri si oppone a un accordo con il regime siriano; mentre un’altra fazione, guidata dal leader religioso Yousef al-Jarboa, vuole l’accordo con Damasco. Al-Jarboa proviene da una famiglia privilegiata drusa, ed è noto per il suo entusiastico sostegno al vecchio regime di Assad, oltre che per la sua opposizione alla creazione di un’alleanza tra i drusi siriani e Israele.