La Grecia sospenderà l’esame delle richieste di asilo presentate da persone provenienti dal Nord Africa. Lo ha annunciato settimana scorsa il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, in risposta a un significativo aumento degli arrivi di migranti: «Il governo greco lancia un messaggio chiaro: il passaggio verso la Grecia è chiuso. Comunichiamo a tutti i trafficanti e ai loro potenziali clienti che i soldi spesi per queste traversate sono completamente sprecati».
La decisione giunge all’indomani del rifiuto, da parte del governo di Bengasi, di consentire l’ingresso nella parte orientale della Libia, divisa politicamente, al commissario europeo per la Migrazione e ai ministri di Italia, Malta e Grecia, dichiarati “persona non grata” prima di un incontro programmato sulla questione migratoria.
«Con una legge che sarà sottoposta al Parlamento domani, la Grecia sospenderà l’esame delle richieste di asilo, inizialmente per tre mesi, per chi arriva via mare dal Nord Africa», ha dichiarato Mitsotakis in Parlamento, aggiungendo che il governo intende rimpatriare in Libia tutti i migranti entrati in Grecia «in modo irregolare».
Secondo le stime del governo greco e di organizzazioni umanitarie, gli arrivi via mare di migranti provenienti dal Nord-est della Libia verso le isole meridionali greche di Creta e Gavdos sono aumentati vertiginosamente, raggiungendo oltre 7.300 persone quest’anno, rispetto a circa 5 mila registrati nell’intero 2024. I migranti provengono principalmente dal Medio Oriente e dal Nord Africa, in particolare da Sudan, Egitto e Bangladesh. Mercoledì scorso, la Grecia ha soccorso circa 520 migranti al largo di Gavdos, trasferendoli verso la terraferma. Atene ha dispiegato due fregate vicino alle acque territoriali libiche e rafforzato i pattugliamenti della guardia costiera al largo di Creta per arginare il flusso migratorio.
Grecia e Libia stanno cercando di ricucire le relazioni, incrinate da un accordo siglato nel 2019 tra il governo libico e la Turchia.