Negli ultimi anni, il Partito comunista cinese ha intensificato gli attacchi contro oppositori rifugiati negli Stati Uniti, in particolare i praticanti del Falun Gong. Una persecuzione all’estero che dimostra il livello di infiltrazione di influenza che il Pcc ha negli Stati Uniti.
Fonti interne al Pcc (anonime per ovvi motivi di sicurezza) riferiscono che il segretario generale del Pcc Xi Jinping, frustrato per le continue denunce del Falun Gong all’estero relative ai crimini del regime, ha ordinato una nuova campagna di persecuzione contro le società legate alla disciplina spirituale del Falun Gong, come Shen Yun Performing Arts e The Epoch Times stesso. Shen Yun è il bersaglio principale, attaccato con articoli diffamatori su certe Testate occidentali, via social media e attraverso contenziosi legali infondati, fino ad arrivare alle minacce di bombe nei teatri e di morte.
Dal 1999, i praticanti del Falun Gong subiscono dalla dittatura comunista cinese una delle più brutali persecuzioni della Storia: per il solo fatto di avere una fede spirituale vengono arrestati, picchiati (le donne stuprate) e torturati spesso fino alla morte. Ma soprattutto, spesso vengono uccisi perché vittime del prelievo forzato di organi (che le strutture mediche del regime cinese vendono al mercato nero). Una persecuzione, questa, che la dittatura cinese sta esportando all’estero.
Il 7 febbraio 2025, il ministero degli Esteri americano ha condannato gli attacchi del Partito comunista cinese contro Shen Yun, dichiarando a The Epoch Times Usa: «noi condanniamo gli atti di intimidazione e chiediamo la tutela del diritto alla libertà di espressione. Esortiamo inoltre il Pcc a porre fine alla sua campagna venticinquennale per eliminare il Falun Gong».
L’analisi annuale sulla libertà religiosa del ministero ha documentato vari episodi di persecuzione contro il Falun Gong e Shen Yun in vari Paesi. Secondo alcune fonti interne la campagna di “demonizzazione” – diretta dal ministro della “Sicurezza” del Pcc, Chen Yixin – utilizza i giornali occidentali e vari influencer per diffondere disinformazione. E il ministero della Sicurezza cinese sarebbe dietro operazioni come l’attacco hacker “Salt Typhoon” alle telecomunicazioni Usa.
Nel 2024, The New York Times ha pubblicato decine di articoli diffamatori nei confronti del Falun Gong, basati su accuse di ex artisti di Shen Yun, alcuni legati al Pcc, che ripetono la propaganda del regime secondo cui il Falun Gong impedirebbe a chi pratica la disciplina di curarsi negli ospedali: una falsità smentita sia dai praticanti stessi che dai medici che visitano regolarmente gli artisti della compagnia teatrale.
Su X, sarebbero stati creati migliaia di account falsi che condividono articoli diffamatori e propaganda anti-Falun Gong. Molti sono stati rimossi dalla piattaforma, ma il regime ne crea continuamente di nuovi. Su YouTube, vari influencer fanno eco alla propaganda del Pcc, e spesso sono direttamente legati al regime. Uno YouTuber in particolare, sebbene non sia un agente del Pcc sarebbe affiliato al ministero della Sicurezza cinese ed è sospettato di aver minacciato Shen Yun. L’Fbi lo ha definito «armato e pericoloso» nel 2023 e lo ha arrestato per possesso illegale di armi.
Nel 2024, John Chen, cittadino americano, e Lin Feng, titolare di una green card, hanno ammesso di essere agenti del regime; avevano tentato di corrompere un funzionario del fisco statunitense affinché avviasse un accertamento fiscale arbitrario contro Shen Yun Performing Arts (che è una no profit). Nell’ultimo anno, la compagnia di danza classica cinese ha subito decine di minacce di bombe.
Il Partito comunista cinese organizza anche proteste a pagamento contro il Falun Gong, coinvolgendo non solo cittadini cinesi ma anche occidentali: il 9 maggio, a Manhattan, un manifestante ha confessato di aver ricevuto 200 dollari per partecipare a una manifestazione in cui è stato diffamato il Falun Gong.