Decreto infrastrutture, Ghio (Pd): indebolire prevenzione antimafia è grave

di Agenzia Nova
3 Luglio 2025 14:40 Aggiornato: 3 Luglio 2025 14:40

«Proprio mentre si espone a Montecitorio la borsa di Paolo Borsellino come simbolo del contrasto alla criminalità organizzata, il governo in fase di conversione del decreto presenta un emendamento al decreto legge Infrastrutture che va nella direzione opposta: dare rilevanza soltanto alle comunicazioni interdittive della prefettura e non più alle informazioni interdittive significa restringere di molto il campo dei controlli antimafia. È un passo indietro pericoloso. Significa abbassare la soglia di attenzione e aumentare il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri pubblici. Uno strumento rigoroso viene oggi messo in discussione con una forzatura che il Quirinale aveva già evidenziato in passato».

Lo dichiara Valentina Ghio, vicepresidente del gruppo del Partito democratico alla Camera e componente della commissione Trasporti di Montecitorio, che prosegue: «Non si tratta di un dettaglio tecnico, ma di una scelta politica. Una scelta che, combinata al decreto Sicurezza, disegna un sistema opaco e pericoloso: da un lato si limita il dissenso delle comunità e dei territori su temi che li riguardano, dall’altro si accelerano gli affidamenti smorzando l’entità dei controlli, anche per opere già senza trasparenza sui costi, come il ponte sullo Stretto».

«Abbiamo presentato immediatamente un sub emendamento per contrastare questa deriva pericolosa: la prevenzione antimafia non è un ostacolo, ma una garanzia per lo Stato, per le imprese sane, per i cittadini. la legalità si difende, ogni giorno, con scelte coerenti e responsabili, non indebolendo i suoi strumenti più solidi», conclude Ghio.


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