I dazi potranno «metterci in difficoltà» all’inizio ma il made in Italy può e deve rispondere con la qualità. Lo ha detto Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del made in Italy, intervenendo all’Assemblea annuale di Ucima, l’Unione costruttori macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio. «Credo – ha aggiunto – che il problema principale dei dazi non sia l’importo ma l’incertezza che ora blocca gli investimenti e che potrebbe permanere se si ha l’impressione che c’è un presidente che la mattina si può alzare e cambiare di nuovo il quadro. Anche perché i dazi non derivano tanto dalla necessità di riequilibrare i flussi di commercio quanto da quella di fare cassa per ottenere un gettito aggiuntivo per il finanziamento del deficit che non abbiamo solo noi ma anche gli Usa». In questa situazione l’Italia come può rispondere? Per Valentini «il Made in Italy si posiziona in una fascia alta per cui chi viene a comprare Made in Italy riconosce la nostra forza. I dazi ci metteranno in difficoltà all’inizio ma lo recupereremo nel tempo. Altri competitor stanno andando a prendere altri mercati, come quelli asiatici, ma hanno esigenze e costi più bassi. Noi dobbiamo competere in quella fascia in cui design, innovazione, affidabilità sono le caratteristiche principali e cercarle di comunicarle».
Nel corso dei lavori è stata presentata l’indagine statistica di Ucima, con un focus su “Risultati e le prospettive per l’industria dell’imballaggio”. L’industria italiana delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio nel 2024 ha raggiunto un nuovo record con un giro d’affari che quota 10,05 miliardi di euro (per la prima volta nella sua storia supera i 10 miliardi) e cresce del 9% rispetto al 2023, realizzato per il 79,4 per cento su mercati internazionali (7.989 miliardi di euro) e per il 20,6 per cento su quello nazionale (2.069 miliardi di euro). Si tratta di un universo di 619 aziende che occupano 40.503 addetti, +6 per cento sul 2023. Le esportazioni hanno raggiunto i 7,99 miliardi di euro, pari al 79,4 per cento del fatturato totale con una crescita a doppia cifra +10 per cento rispetto all’anno precedente. Nella nuova economia di processo, in cui il dato è fondamentale, ha concluso il viceministro «il packaging può essere protagonista dell’innovazione perché è il depositario dei dati, il custode della tracciabilità è l’abilitatore dell’economia circolare».