Calenda: sulla difesa noi rimaniamo al Centro

di Agenzia Nova
26 Giugno 2025 15:14 Aggiornato: 26 Giugno 2025 15:16

La mozione di Azione sulla politica estera e di difesa – racconta il leader Carlo Calenda a Quotidiano Nazionale – è stata votata «dalla maggioranza, Italia viva e da tre senatori del Pd, ma solo perché il presidente Boccia ha dissuaso gli altri dicendo che era contro la linea del Pd. Invece credo che fosse una mozione equilibrata che ha mostrato una valenza trasversale».

Nel quadro del bipolarismo attuale, una parte del centrosinistra potrebbe percepire il vuoto politico dell’Europa ed essere pronta a impegnarsi: «Il punto dirimente è cosa fare: davanti a una personalità come Trump che disprezza l’Europa e si disimpegna dalla Nato e Putin che si mostra sempre più aggressivo, dobbiamo decidere se chinare il capo oppure essere forti e avere una difesa efficiente e indipendente come Europa. Una questione che taglia trasversalmente gli schieramenti, rispetto a cui Lega, 5 Stelle e Avs la pensano diversamente rispetto a noi, Forza Italia, Fratelli d’Italia e una larga parte del Pd».

L’ex ministro è sempre stato severissimo nei riguardi di Trump: «Penso che l’amministrazione Trump stia distruggendo la democrazia liberale e si trovi più d’accordo con Putin che con l’Europa. Per cui ci troviamo soli e ci facciamo anche trattare come ciabatte». Si riferisce, ad esempio, alla lettera del segretario generale della Nato Rutte al presidente Usa: «Una figura umiliante. E non parliamo di come siamo stati trattati al G7 con Trump che si annoia e se ne va, chiede di reinserire la Russia e bullizza Starmer e Macron. Trump ha firmato una dichiarazione sulla de-escalation tra Iran e Israele e poi ha dato il via ai bornbardieri. Ma io dico: c’è un po’ di dignità tra questi premier europei? Ci vorrà pure qualche leader che abbia il coraggio di rispondere per le rime a Trump. Qualcuno pensa che De Gaulle si sarebbe fatto trattare così senza proferire parola?». Secondo Calenda «ci vuole che qualche leader europeo abbia il coraggio di dire basta. Per me dovrebbero farlo insieme Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna con una dichiarazione comune».

Quindi non si tratta di blandire la maggioranza per cambiare governo: «Non è che mentre il mondo va a fuoco noi pensiamo a robe provinciali. La maggioranza avrà i suoi problemi con la Lega di Salvini, così come si verificheranno a sinistra. Il tema vero è che il nodo del riarmo dell’Europa, per come si presenta nel nuovo quadro di equilibri globali, può far saltare il bipolarismo. La sinistra non può andare al governo con la posizione di Conte fuori da Nato e Europa. Dall’altro lato la Lega, alleata a tutti i partiti anti-europei e filo-putiniani che vogliono far saltare l’Europa, non potrà accettare il riarmo. Questo in estrema sintesi. Noi rimaniamo al centro come alternativa liberale a due poli condizionati dai populisti». «Schlein e Meloni – osserva infine il leader di Azione – sono interessate alla guerra di rumore tra di loro per militarizzare gli elettorati. E poco importa se più della metà degli italiani non vota più. Certo se a un certo punto la Lega forzerà contro la spesa militare e dall’altro lato Conte farà il tribuno per togliere voti al Pd, si porrà il problema di cosa fare dell’Italia». «Solo un centro forte – conclude Calenda – può dare stabilità al sistema politico e tenere l’Italia sulla rotta giusta».


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