Nel settore della difesa «ora occorre ricostruire: servono in particolare veicoli terrestri, carri pesanti e leggeri. Ma servono anche competenze digitali per la guerra elettronica, capacità cyber e satellitari per osservazione e intelligence, senza dimenticare munizionamento e missili».
Lo ha detto il presidente di Leonardo, Stefano Pontecorvo, in un’intervista al Quotidiano Nazionale. «Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha insistito sulla necessità di raddoppiare la capacità produttiva di missili. E io sono completamente d’accordo», ha aggiunto. Sui droni «abbiamo stretto una joint venture con i migliori al mondo in questo campo: i turchi di Baykar. Loro produrranno la piattaforma, noi ci occuperemo del payload, cioè del carico utile. Insieme andremo sul mercato europeo e mondiale con un prodotto di eccellenza», ha sottolineato Pontecorvo, che si è poi soffermato sulla joint venture di Leonardo con la tedesca Rheinmetall sui carrarmati: «Si tratta della migliore industria europea nella costruzione di mezzi blindati e corazzati. Ma non è l’unico nostro interesse in Germania: come Leonardo deteniamo circa il 23,8 per cento di Hensoldt, attiva nell’elettronica, e collaboriamo nel telerilevamento satellitare con un’azienda leader come Gaf». «Il mondo è cambiato e l’instabilità non porta sviluppo. Temo sbagli chi pensa ancora con gli schemi del secolo scorso: di fronte a una possibile aggressione non possiamo farci trovare impreparati. Anche perché gli Stati Uniti hanno chiarito che l’Europa deve provvedere alla propria difesa. Se un tempo potevamo contare al 100 per cento sugli americani, oggi dobbiamo essere davvero autonomi in termini di sicurezza», ha concluso.