La variante cinese NB.1.8.1 del Covid si diffonde ma non spaventa

di redazione eti/Jack Phillips
24 Giugno 2025 12:47 Aggiornato: 24 Giugno 2025 12:47

La variante del Covid-19, NB.1.8.1, responsabile del recente un aumento di casi in Cina continentale è stata identificata in almeno 15 Stati americani, secondo dati pubblicati da un’agenzia privata di monitoraggio. All’inizio della settimana, medici cinesi hanno previsto un picco nazionale di contagi a luglio, mentre le autorità sanitarie cinesi confermano che la variante rimane il principale agente patogeno dietro l’impennata di infezioni.

Un documento interno dell’Università di Pechino indica che la NB.1.8.1 potrebbe diventare la variante dominante a livello mondiale, con sintomi come un intenso mal di gola, febbre, naso che cola, vomito e diarrea.

Al 19 giugno, la variante NB.1.8.1 è stata segnalata in quindici Stati Usa, secondo i dati della Global Initiative on Sharing All Influenza Data. Gli Stati coinvolti dalla variante denominata “Nimbus”, comprendono: Arizona, California, Colorado, New Jersey, New York, Hawaii, Illinois, Maryland, Massachusetts, Ohio, Rhode Island, Utah, Vermont, Virginia e Washington.

Secondo un aggiornamento recente, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie stimano che la NB.1.8.1 rappresenti il 37% dei casi totali. Attualmente, è la seconda variante più diffusa dopo LP.8.1. In una nota di maggio, un portavoce della Sanità ha dichiarato che l’agenzia è informata sui casi di NB.1.8.1 in Cina e collabora con partner internazionali.

L’incremento dei casi si concentra nel Mediterraneo orientale, nel Sud-est asiatico e nel Pacifico occidentale, secondo l’aggiornamento del 28 maggio dell’Organizzazione mondiale della sanità. A metà maggio, la NB.1.8.1 costituiva circa l’11% dei campioni sequenziati a livello mondiale. Alcuni Paesi del Pacifico occidentale hanno registrato un aumento di contagi e ricoveri, ma non emergono prove che la variante causi una malattia più grave rispetto ad altre. Dopo un calo nei primi due mesi dell’anno, i casi sono cresciuti rapidamente, raggiungendo livelli simili a quelli del 2024, con incrementi significativi in Cambogia, Cina, Hong Kong e Singapore, riporta l’Oms.

Resoconti basati su testimonianze di medici cinesi ed esperti internazionali, descrivono un mal di gola acuto, definito “a lama di rasoio”. Altri sintomi, segnalati dai medici cinesi il mese scorso, includono febbre, mal di testa, stanchezza e tosse, coerenti con le infezioni da Covid-19 rilevate dal 2020.

Le pratiche del regime comunista cinese di occultare dati e sottostimare contagi e decessi da Covid-19 rendono le informazioni di medici e operatori sanitari locali fondamentali per comprendere la situazione reale nel Paese.

L’Oms classifica la NB.1.8.1 come “variante sotto monitoraggio”, valutando basso il rischio sanitario mondiale e confermando che i vaccini approvati dovrebbero proteggere da forme gravi. Intanto, a maggio, il ministro della Salute americano, Robert F. Kennedy Jr., ha dichiarato che i vaccini Covid-19 non sono più consigliati per bambini sani e donne in gravidanza.


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