Il regime comunista cinese, secondo diversi esperti e attivisti, sta conducendo una guerra silenziosa atta a manipolare l’Occidente e mettere a tacere i dissidenti al di fuori dei confini nazionali. The Epoch Times Usa ha organizzato un incontro dedicato a questo tema al Rayburn building del Parlamento, che si è concentrato sulla ormai sempre più crescente repressione del dissenso da parte di Pechino negli Stati Uniti.
L’evento si è aperto con un intervento di Piero Tozzi, in rappresentanza del deputato Chris Smith, presidente della Commissione esecutiva del Parlamento sulla Cina. Tozzi, ha illustrato le motivazioni alla base del Transnational Oppression Policy Act, disegno di legge presentato per proteggere le comunità di dissidenti cinesi all’estero e che sarà riproposto nella nuova legislatura.
Tra gli obiettivi principali della repressione transnazionale spicca il Falun Gong, una pacifica disciplina spirituale fondata sui principi di verità, compassione e tolleranza. Dal 1999, anno in cui il regime cinese sotto il comando di Jiang Zemin, ha avviato una vasta campagna persecutoria, milioni di praticanti sono stati incarcerati, costretti ai lavori forzati o sottoposti a torture. Nel corso degli anni il Pcc ha costantemente mirato a delegittimare e isolare voci critiche, in particolare quelle considerate ideologicamente incompatibili con il regime stesso. Anche al di fuori della Cina, i praticanti hanno subito negli anni forme di pressione e molestie, e dal 2022 anche Xi Jinping ha ampiamente utilizzato la disinformazione per continuare a screditare il movimento spirituale in Occidente.
Secondo Yuan Hongbing, giurista dissidente cinese, il regime cinese sfrutta la propaganda, strumentalizza il sistema legale e inganna i media occidentali per danneggiare e limitare l’influenza del gruppo spirituale. Il fulcro della campagna è la delegittimazione del fondatore del Falun Gong, Li Hongzhi, con l’intento di minare le fondamenta del movimento.
Dal 1999, il fondatore del Falun Gong, Li Hongzhi, è stato al centro di campagne diffamatorie da parte del regime cinese, con l’obiettivo dichiarato di minarne la credibilità agli occhi dell’opinione pubblica. Negli ultimi anni, tali iniziative sono state estese anche agli Stati Uniti, dove il Maestro Li Hongzhi e numerosi praticanti hanno trovato rifugio dopo l’inizio della repressione in patria.
Nell’ultimo anno, sono state inoltre documentate oltre cento minacce contro la Shen Yun Performing Arts, una compagnia teatrale fondata da praticanti del Falun Gong a New York per promuovere la cultura tradizionale cinese e denunciare le persecuzioni in patria. Alcune minacce hanno preso di mira i teatri. A febbraio un allarme bomba ha costretto l’evacuazione del Kennedy Center di Washington poche ore prima dell’inizio dello spettacolo.
Yang ha poi citato il caso di due agenti cinesi che hanno tentato di corrompere funzionari per avviare un’indagine dell’Agenzia delle Entrate statunitense contro Shen Yun. Poco dopo, The New York Times ha pubblicato una serie di articoli con toni critici nei confronti della compagnia, amplificati da migliaia di account falsi sui social. Oltre 1.500 tra artisti e familiari di Shen Yun hanno firmato una petizione per contestare le dichiarazioni mendaci degli articoli, definite «gravi distorsioni e falsi resoconti» e un danno all’integrità del gruppo.
Anche The Epoch Times Usa è nel mirino del regime cinese perché, dalla sua fondazione nel 2000, denuncia gli abusi e i crimini del regime comunista cinese: il giornale ha subito ripetutamente episodi di arresti in Cina, attacchi incendiari (a Hong Kong) intimidazioni e attacchi informatici.
A marzo, il ministero della Giustizia statunitense ha incriminato diversi hacker e due ufficiali del ministero della Pubblica Sicurezza cinese per attacchi informatici contro The Epoch Times. Che si tratti del Falun Gong o di altri gruppi ostili al regime, secondo Eric Patterson, presidente della Victims of Communism Memorial Foundation, il motivo principale della repressione è che rappresentano valori non controllabili dal Partito: «Rappresentano credenze e principi che vanno contro il Partito comunista – e questo, per il regime, rappresenta una minaccia».