Il blitz dei droni ucraini e i negoziati di pace

di Redazione ETI/Ryan Morgan, Andrew Thornebrooke, Guy Birchall
6 Giugno 2025 8:25 Aggiornato: 6 Giugno 2025 12:06

L’incursione con droni condotta dall’Ucraina il 1° giugno contro la flotta di bombardieri strategici russi ha inflitto un colpo significativo alla capacità nucleare di Mosca, rappresentando un ulteriore ostacolo alla risoluzione del conflitto, ormai al terzo anno. L’operazione, organizzata dal Servizio di Sicurezza ucraino e denominata “Ragnatela”, ha sollevato nuovi interrogativi sulle prospettive di una pace duratura, pur senza produrre effetti immediati sui negoziati.

Durante un colloquio telefonico avvenuto mercoledì, il presidente statunitense Donald Trump ha discusso dell’attacco con l’omologo russo Putin. In un messaggio pubblicato su Truth, Trump ha lasciato intendere che il presidente russo non si sia mostrato incline a una risoluzione rapida del conflitto.

La conversazione, durata circa un’ora e un quarto, ha riguardato l’attacco agli aerei russi e altri episodi riconducibili a entrambe le parti del conflitto. Trump ha definito il dialogo «costruttivo», pur ammettendo che non ha prodotto risultati concreti sul fronte della pace. Già prima dell’attacco, mantenere Mosca e Kiev su binari comuni si era rivelato complesso: a marzo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva appoggiato una proposta statunitense per un cessate il fuoco di 30 giorni, a cui Putin non aveva tuttavia aderito pienamente.

Mosca ha dichiarato tregue più circoscritte, come una moratoria di un mese sugli attacchi alle infrastrutture energetiche e un cessate il fuoco di tre giorni per commemorare l’80° anniversario della vittoria sulla Germania nazista. Entrambe le parti hanno però denunciato violazioni ripetute degli accordi. L’attacco ucraino è avvenuto alla vigilia di un nuovo round di colloqui, svoltosi il 2 giugno a Istanbul, durato appena un’ora e focalizzato sull’esposizione delle rispettive condizioni per un dialogo strutturato.

Nel corso della telefonata, Putin ha ribadito l’intenzione di reagire con fermezza. Secondo quanto riferito da Trump, il presidente russo ha dichiarato che risponderà all’incursione contro le basi aeree. Oltre all’attacco contro i bombardieri, Mosca ha accusato l’Ucraina di aver colpito infrastrutture stradali e ferroviarie fra il 31 maggio e il 1° giugno, provocando danni anche ai civili. definendo queste azioni «terroristiche».

L’atmosfera resta compromessa anche dai ripetuti attacchi ucraini ai ponti che collegano la Russia alla Crimea e la distruzione parziale del ponte di Kerch. Il consigliere del Cremlino, Yury Ushakov, ha evitato di fornire dettagli sulle eventuali ritorsioni. L’Ucraina, al contrario, rivendica le incursioni come operazioni necessarie per indebolire le capacità offensive del Cremlino e creare le condizioni per negoziati in cui Mosca non possa dettare unilateralmente le condizioni.

Preoccupazioni per le possibili conseguenze degli attacchi sono state espresse dall’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina, Keith Kellogg, che ha avvertito dei rischi crescenti legati al conflitto. In un’intervista a Fox News, Kellogg ha sottolineato che colpire uno degli elementi della triade nucleare russa aumenta l’imprevedibilità delle reazioni oltre che un aumento del rischio di una guerra nucleare.

Il 4 giugno, Zelensky è intervenuto in videocollegamento alla riunione del Gruppo di Contatto per la Difesa dell’Ucraina a Bruxelles, sollecitando nuovi sistemi di difesa aerea per contrastare i missili russi. I rappresentanti europei hanno riaffermato la fiducia nella capacità dell’Ucraina di fronteggiare una risposta da parte russa. Il ministro della Difesa britannico, John Healey, ha evidenziato l’urgenza di rafforzare le difese ucraine; il suo omologo tedesco, Boris Pistorius, ha definito «impeccabile» l’operazione di Kiev, pur avvertendo che le intenzioni di Mosca restano difficili da prevedere.

Negli Stati Uniti sono in corso iniziative per rafforzare le difese contro droni non autorizzati. L’uso crescente di droni commerciali ha provocato numerose incursioni nei pressi di basi militari e aeroporti. A inizio anno, un volo presidenziale è stato ritardato a causa di uno di questi episodi. Droni non identificati hanno inoltre violato lo spazio aereo in prossimità di installazioni militari in varie occasioni, con un’escalation a partire dal 2019.

Le contromisure in via di sviluppo comprendono barriere fisiche, sistemi elettromagnetici e tecnologie per interferire o prendere il controllo dei droni. Tuttavia, l’impiego di queste tecnologie può generare interferenze con altri velivoli. Un esempio si è verificato il 1° marzo, quando test anti-droni nei pressi dell’aeroporto Reagan hanno provocato falsi allarmi di collisione e la sospensione degli atterraggi per sei voli.


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