Italia e Usa in pressing diplomatico per una soluzione in Libia

di Agenzia Nova
29 Aprile 2025 11:03 Aggiornato: 29 Aprile 2025 11:03

In Libia si registra un rinnovato attivismo diplomatico, nonostante le profonde divisioni interne rimangano irrisolte e la prospettiva di elezioni, sospese dal dicembre 2021, appaia ancora lontana. In questo contesto si inserisce la visita ufficiale di Saddam Haftar negli Stati Uniti, dove il capo di Stato maggiore delle forze terrestri dell’Esercito nazionale libico (Enl, con sede nell’est del Paese) ha discusso di stabilizzazione, unificazione militare e rapporti economici con Washington.

Saddam Haftar è stato ricevuto ieri al ministero da una delegazione di alti funzionari statunitensi guidata da Tim Lenderking (Senior Bureau Official per gli Affari del Vicino Oriente), Massad Boulos (Senior Advisor per il Medio Oriente) e Richard Norland (inviato speciale per la Libia). L’incontro si è svolto pochi giorni dopo la visita della nave da guerra americana USS Mount Whitney nei porti di Tripoli e Bengasi, segnando il crescente coinvolgimento degli Stati Uniti nel dossier libico.

Il generale Haftar, presente in qualità di inviato del comandante generale dell’Enl – il «feldmaresciallo» Khalifa Haftar, suo padre – ha ribadito la disponibilità a collaborare in un quadro di futura unificazione delle istituzioni militari.

Secondo una nota diffusa dall’ambasciata Usa a Tripoli, le parti hanno convenuto che una Libia «sicura, unita e prospera», sostenuta da istituzioni tecnocratiche forti come la Banca centrale di Libia (Bcl) e la National Oil Corporation (Noc), rappresenterebbe un partner economico più affidabile per gli Stati Uniti e per le imprese americane. Washington ha ribadito l’intenzione di mantenere il dialogo con le autorità di entrambe le sponde del Paese, sia a est che a ovest.

La missione di Haftar a Washington – anticipata nei giorni scorsi da fonti citate da Arab Weekly – si inserisce in una strategia più ampia, promossa dall’amministrazione statunitense, volta a rilanciare il processo politico libico e superare lo stallo istituzionale.

In parallelo, è attesa nella capitale Usa anche la visita del primo ministro del Governo di unità nazionale (Gun), Abdulhamid Dabaiba, il cui programma include incontri al Dipartimento di Stato e contatti con rappresentanti dell’ex presidente Donald Trump, tra i principali sostenitori di un nuovo piano politico per la Libia.

Il rinnovato attivismo statunitense punta a promuovere un processo politico inclusivo e praticabile, capace di coniugare stabilità politica e rilancio economico. In quest’ottica, la recente visita della USS Mount Whitney è interpretata come un segnale chiaro dell’impegno americano a favore di una Libia unita e sovrana.

L’adesione dell’Enl a questo percorso, emersa nei colloqui con la delegazione Usa, trova riscontro anche nei lavori del Comitato consultivo istituito dalla Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil).

Sul fronte bilaterale, nella serata di ieri Abdulhamid Dabaiba ha avuto un colloquio telefonico con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per discutere della cooperazione tra Italia e Libia, in particolare nel settore energetico.

Secondo quanto riportato dal Gun, entrambe le parti hanno ribadito l’importanza di un coordinamento costante per rafforzare le relazioni bilaterali e sostenere la stabilità nella regione.

Secondo una recente analisi del ricercatore Yaseen Rashed per l’Atlantic Council, il ritorno degli Stati Uniti e dell’Italia al centro della diplomazia libica potrebbe rappresentare una svolta cruciale per superare il decennale stallo politico.

Rashed sottolinea che soltanto un’azione diplomatica congiunta – supportata da strumenti di pressione come sanzioni mirate – potrà avviare un processo politico credibile e tecnocratico, orientato verso elezioni libere.

Nel quadro della strategia italiana, la Libia è già stata individuata come partner chiave del Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa. Eni, pur limitata finora dall’instabilità, ha ripreso le attività di esplorazione nel bacino di Ghadames, confermandosi un attore essenziale per il rilancio del settore energetico libico.

La vicinanza geografica e l’alta qualità del greggio libico offrono all’Italia vantaggi competitivi strategici.

Infine, per Donald Trump – noto per approcci “non convenzionali” in politica estera – la Libia potrebbe rappresentare un’opportunità per ottenere un successo diplomatico. Il rapporto personale con Khalifa Haftar e la possibilità di esercitare leve di pressione legate alla cittadinanza statunitense del generale potrebbero agevolare una soluzione politica.

Secondo Rashed, un nuovo percorso di transizione dovrà essere guidato da tecnocrati libici, con scadenze precise e limitazioni chiare ai poteri delle figure in campo, ponendo al centro gli interessi strategici condivisi tra Stati Uniti e Italia: sicurezza energetica, contrasto all’influenza russa e cinese, e stabilità regionale.

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